Di burrasca il mare. Il vento
(lo so) centrare vorrebbe spengere
la puerile favilla – quella
scheggia di fiammifero. Ottenebrandomi,
ottenebrando l’anima cosidetta.
Ma dormi. Ravviva se dormi
dai risciacqui melmosi d’uno Stige
in controluce un terrazzo, palpitante. E
noi due dietro quell’apoteosi,
non proprio illesi – non di meno trasognati.
Ferruccio Benzoni (Cesenatico, 1949 – 1997)