Aveva accusato il titolare dell’albergo in cui aveva soggiornato con il padre a Rimini di molestie a sfondo sessuale alla metà dello scorso agosto. E a distanza di mesi non ha cambiato idea, come emerso dall’audizione in forma protetta avvenuta oggi in Tribunale a Rimini.
Lui è un giovane quattordicenne – difeso dagli avvocati Anna Vitale e Flavio Moscatt ospite l’estate scorsa di un hotel 4 stelle di Miramare. Nei dettagli aveva raccontato di essersi addormentato nella veranda dell’albergo di notte e di essere stato svegliato dal titolare della struttura, che aveva sorpreso mentre frugava con le mani nelle parti intime del suo corpo, non avendo nemmeno modo di reagire ma anzi venendo costretto a subire un rapporto orale.
C’è però una novità sostanziale dal peso non indifferente: durante le analisi svolte dal Ris di Parma sugli indumenti del minorenne sono state rinvenute tracce di dna misto, appartenente quindi sia al ragazzo che all’albergatore accusato di molestie.
Lui, molto noto in città, cinquantasettenne, era stato arrestato dai Carabinieri di Rimini con l’accusa di violenza sessuale aggravata su ordinanza del gip Benedetta Vitolo e su richiesta del Pm Giulia Bradanini.
Oggi a distanza di mesi durante l’incidente probatorio il giovane ha confermato la sua versione dei fatti in ogni suo minimo dettaglio.
“L’ho sorpreso in veranda mentre dormiva con i pantaloni calati e l’ho redarguito per questo motivo”, aveva invece tentato di difendersi l’albergatore. difeso dagli avvocati Paolo Righi e Alessandro Pierotti. Che, così come il giovane, non ha cambiato di una virgola la propria versione.
Ora la decisione sull’iter da seguire è tutta nelle mani del pm Davide Ercolani.