Risale ad alcuni giorni fa la scoperta fatta dai Carabinieri della stazione di Saludecio, al termine di un’articolata attività investigativa riguardante un presunto commercio di reperti archeologici nel cuore della Valconca. Un tipografo di 56 anni “appassionato” di archeologia, ma sospettato di aver imbastito un vero e proprio commercio di reperti, attività ovviamente di stampo illegale è stato infatti denunciato dai Carabinieri locali.
A distanza di quasi una settimana, arriva sempre da Saludecio la notizia di un secondo tesoretto di reperti di interesse storico archeologico. Erano nella casa di un altro “appassionato”, un 71enne che vive nel paese. Qui i Carabinieri hanno rinvenuto testimonianze della storia medievale riminese, addirittura preziose medaglie di Sigismondo Pandolfo Malatesta, monete romane d’argento, reperti rinascimentali e perfino antichi pezzi di artiglieria.
Nei dettagli, del tesoretto fanno parte: una croce reliquiario in bronzo, di area ortodossa bizantina, raffigurante due immagini di santi con lettere greche di dazione medioevale ma di età moderna; 2 monete d’argento da “un denario” risalenti al I e II secolo d.C; 1 medaglia malatestiana in bronzo di “Sigismondo Pandolfo Malatesta”, risalente alla metà del XV secolo: è di piccole dimensioni e in stato di conservazione non eccellente; 2 medaglie malatestiane rispettivamente raffiguranti “Sigismondo” e “Isotta”: probabilmente si tratta di fusioni su modelli originali ma risalenti ad epoche successive a quella malatestiana, tra il XVI – XIX secolo- E ancora, 1 vasetto e .1 frammento, entrambi in ceramica, risalenti al periodo compreso tra il XVI ed il XVII secolo; 3 mortai di artiglieria, risalenti al periodo compreso tra il XVI ed il XVII secolo; 6 pezzi d’argento lavorati a mano, risalenti al periodo compreso tra il XVI ed il XVIII secolo; 10 pezzi di varia tipologia, risalenti al periodo compreso tra il XVI ed il XIX secolo 1 moneta italiana in bronzo, datata 1699. Sarà da verificare se si tratta di oggetti davvero ritrovati durante scavi abusivi – e allora potrebbero rivestire un valore storico-archeologico, fornendo informazioni su siti sconosciuti – oppure acquistati sul mercato antiquario illegale.
Anche in questo caso, come nello scorso, il pensionato, incensurato, ha spiegato che tutto l’armamentario conservato in casa è frutto della sua passione e della sua abilità con il metal detector a scandagliare le campagne riminesi.
Tutto il materiale rinvenuto è stato posto sotto sequestro e l’archeologo amatoriale è stato deferito all’Autorità Giudiziaria di Rimini per impossessamento illecito di beni culturali.
E per i Carabinieri non si tratta di due casi isolati. Non è escluso che dalla Valconca possano saltar fuori altre collezioni di materiali di altro interesse storico culturali.