“Dopo l’incidente sul Metromare sono stata costretta a richiedere l’assistenza domiciliare al Comune di Riccione, per la pulizia di casa, oltre a quella quotidiana che mi dà da sempre per la mia disabilità, il servizio sociale territoriale. Da quella notte sono costretta a letto, senza poter andare sulla mia sedia a rotelle, perché ho entrambe le gambe rotte. E ieri il medico mi ha detto che il gesso dovrò tenerlo per un altro mese. Tutto ciò per la bravata di un ragazzo”. Lei, 59 anni, è la più grave (40 giorni il primo referto del pronto soccorso) dei 4 feriti dell’incidente della notte di Capodanno sul Metromare.
“Quella sera – racconta la riccionese – per tornare a casa, ho preso il Metromare come all’andata. Ero nello stallo per disabili, la mia amica seduta davanti a me. C’era gente, ma non era affollato, e molti erano in piedi. Ad un certo punto una frenata terribile e siamo caduti tutti. Sono caduta dalla mia sedia a rotelle, finendo addosso alla mia amica e poi altre persone mi sono cadute sopra. Negli urti ho rotto entrambe le gambe in tre punti diversi per questo sono ancora allettata. E’ accaduto tutto in un secondo. Non ho avuto il tempo di avvertire il panico, ma solo il dolore alle gambe. E’ andata bene perché lì dentro è tutto di ferro, poteva andarci peggio. E se ci fosse stato un bambino piccolo in quel momento?”.
“Gli infermieri mi hanno preso e messa sulla sedia a rotelle – continua, mi hanno fatto scendere fino all’ambulanza e sono stata portata al Pronto Soccorso. La cosa più brutta è stata che in Ospedale ho visto anche il ragazzo che si era steso a terra davanti al mezzo del Metromare che arrivava e che ha causato l’incidente. Non solo non ha chiesto scusa ma quando ci ha visti ha detto quasi in maniera scherzosa buon anno a tutti. Ciò che è accaduto mi fa soffrire, perché sono sola, ho solo il budget limitato dell’assegno di invalidità e da poco ho perso anche una persona cara che mi aiutava. Se ci fosse stata sua mamma lì, mi chiedo?! Chissà se ha capito quanto dolore ha causato quella sua bravata. A me ne ha causato tanto”.