C’è un giorno che sembra un giorno come un altro
e invece è l’ultimo giorno – insieme.
C’è un giorno che ci si conosce – e subito si fa l’amore.
Poi – la sera – per un qualche motivo – ci si deve
salutare.
Ed è il primo – e anche l’ultimo giorno – insieme.
C’è un giorno che si fa l’amore – anche bene – anche
meglio del solito.
Ma poi – subito dopo – chissà perché – si litiga.
Ed è l’ultimo giorno insieme.
C’è un giorno che si litiga e allora si decide che è
l’ultimo giorno – insieme.
Per dirsi addio si fa l’amore – con molta forza anche
– ed è molto bello.
Ma anche così – è l’ultimo giorno – insieme.
C’è un giorno che ti accorgi di aspettare – l’ultimo
giorno – insieme.
Lo spii – ma l’ultimo giorno insieme non arriva – mai.
C’è già stato – scivolato via – inosservato.
C’è un giorno che cominci a progettare – l’ultimo
giorno insieme.
Lo fabbrichi nella tua mente – come manufatto – senza
dimenticare il dettaglio.
Poi – quando finalmente arriva – rimani deluso – o
sorpreso
perché è un ultimo giorno – insieme – molto diverso
da come ti eri immaginato – il tuo ultimo giorno
– insieme.
C’è l’ultimo giorno insieme che lascia in bocca il sapore
– bello
se non della vittoria – o della sconfitta – comunque
quello
definitivo – della lotta e del sangue.
Ma c’è anche l’ultimo giorno – insieme – che è fatto di
niente – o forse di paura
di silenzio dell’anima – di interrogativi inesplorati – di
rinvii.
E non capisci mai se è davvero stato un ultimo giorno
– insieme.
C’è un giorno che si parla molto – e si piange e
– reciprocamente – ci si perdona
e ci si capisce. Sul tavolo – trai due – c’è solo una
promessa – sicura:
tutto tornerà come prima.
Ma è l’ultimo giorno – insieme. In ogni modo lo è.
Nascosto nel perdono.
C’è un giorno che si cammina insieme.
E uno vede una cosa – e capisce una cosa.
E anche l’altro la vede. Ma non capisce.
È – questo – l’ultimo giorno – insieme.
Claudio Castellani (Caravaggio, 1949)