“Alla fine la tanto temuta notizia è arrivata. Il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte e il Ministro della Salute Roberto Speranza hanno appena comunicato che sono stati confermati i primi due casi d’infezione da nuovo coronavirus. Si tratterebbe di due turisti cinesi a Roma, che avrebbero soggiornato in un hotel della Capitale. Una notizia che non avremmo voluto dare, ma che non coglie affatto impreparati. Era nell’ordine delle cose”. Così l’immunologo Roberto Burioni e il collega Nicasio Mancini, virologo del San Raffaele, commentano sul sito Medicalfacts la conferma dei due primi casi di Coronavirus in Italia.
“Cosa cambia ora nella gestione dell’epidemia per il nostro Paese?
Cambia tutto e niente. Cambia tutto, perché a questo punto non parliamo più di virus che potrebbe arrivare, ma di virus che c’è. Le prossime due settimane saranno cruciali. Capiremo se ci saranno stati altri contagi. Ci potrebbero essere, come successo in Francia e in Germania, ma è proprio l’esempio di questi due Paesi e di come i nuovi casi si contino sulle dita di una mano a non doverci far cadere nel panico”.
“Allo stesso tempo, però, non cambia niente. La partita principale, quella che sta davvero decidendo le sorti di quest’epidemia, si sta giocando in Cina. Se si riuscirà a controllarla lì, allora ecco che i casi al di fuori del Paese del Dragone continueranno a essere limitati. Se, invece, questo non succederà e l’epidemia raggiungerà altri Paesi con Sistemi Sanitari non particolarmente efficienti, allora ecco che la situazione potrebbe precipitare”.
“È proprio questo a non doverci fare allarmare più di tanto. Il nostro Sistema Sanitario ha la capacità, con la sua capillare rete a vari livelli, di far fronte a casi sporadici che potranno comunque presentarsi nei prossimi giorni”.
“Mettiamola così: non vorremmo sembrare controcorrente, ma la notizia di oggi che più ci turba non sono i primi casi in Italia, piuttosto la conferma del primo caso in India. È su quei fronti che si gioca la vera battaglia di quest’epidemia”, concludono Roberto Burioni e Nicasio Mancini.