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Serravalle: lunedì incontro per ricordare gli “sfollati” riminesi a San Marino

Il 27 gennaio 1945 i soldati dell’Armata Rossa entrano nel campo di sterminio di Auschwitz, quel giorno il mondo scoprì l’orrore della shoah, termine ebraico che significa “sterminio”, divenuto poi simbolo del genocidio degli ebrei durante la Seconda Guerra Mondiale.

Fu solo nel 2005 che venne istituita però la Giornata della Memoria, durante l’assemblea plenaria delle Nazioni Unite, per non dimenticare quella tragedia e per non ricommettere gli stessi errori del passato, scegliendo come giorno, proprio la data della liberazione del campo di Auschwitz.

La Repubblica di San Marino, seppur indipendente durante il conflitto, non rimase insensibile a tale dramma e segretamente operò per aiutare a salvare la vita agli ebrei perseguitati dai rastrellamenti nazisti.

Le testimonianze di queste storie sono raccontate in due libri: “Il Viale delle rose”, scritto dal sammarinese Giuseppe Marzi (2012, casa editrice Giuntina) e “La meravigliosa bugia” (2017, casa editrice Giuntina), scritto dai sammarinesi Marzi e Antonio Morri e dal riminese Davide Bagnaresi.

E proprio per non dimenticare e per ricordare alle giovani generazioni cosa successe in quei terribili anni, i tre autori saranno impegnati nell’incontrare studenti sia sammarinesi che riminesi e spiegare loro come ci fu anche chi non rimase insensibile alla tragedia, ma si adoperò per contrastare quegli orrori.

Lunedì 27 gennaio 2020, Giuseppe Marzi incontrerà gli allievi e gli insegnanti del Centro di Formazione Professionale di Serravalle a San Marino. Nella stessa giornata Davide Bagnaresi e Antonio Morri terranno una lezione agli studenti delle Scuole Paritarie Maestre Pie di Rimini dal titolo “Il coraggio di rifiutare l’odio: il caso San Marino” dove si parlerà di chi ha rifiutato di seguire l’abominio delle leggi raziali e delle famiglie che trovarono rifugio e salvezza sul Titano, grazie al coraggio di alcuni.

“Tutti coloro che dimenticano il loro passato, sono condannati a riviverlo” – Primo Levi

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