Nel milleproroghe approvato dal Consiglio dei Ministri vi è anche un intervento che riguarda l’aumento dei canoni delle concessioni per le darsene. Nel decreto si prevede che sino al 30 giugno 2020 vengono sospesi tutte le iniziative e gli eventuali procedimenti amministrativi e i relativi effetti, avviati dalle amministrazioni competenti, concernenti il rilascio, la sospensione, la revoca o la decadenza della concessione derivanti dal mancato versamento dell’adeguamento del canone. La proposta è stata sostenuta dalla ministra Paola De Micheli e dai sindacati di categoria.
L’uso della moratoria era l’unica soluzione per evitare il parere negativo da parte della ragioneria dello Stato per la mancanza di copertura finanziaria.
Nel periodo di moratoria vi è l’impegno del Governo di presentare una proposta di riordino complessivo della materia che riguardi anche i pertinenziali rimodulando i canoni in modo equo e rispettoso dei precedenti contratti tra Stato Italiano e concessionari.
La vicenda va avanti da anni con pesanti ripercussioni per tutte le darsene italiane. Ad esempio la Darsena di Rimini aveva stipulato un accordo con lo Stato per un canone che era allora era di 90 mila euro, per un concessione di 50 anni; con gli aggiornamenti Istat oggi sarebbe a 100 mila euro. Poi è arrivata finanziaria del 2008, che aumentava a dismisura i canoni delle pertinenze demaniali. E, con un’interpretazione errata, anche le darsene sono state equiparate a pertinenze demaniali come alcune strutture turistiche-balneari. Risultato, il canone è passato da 100 a 500 mila euro. Una cifra insostenibile per la darsena di Rimini come per gli altri porti turistici italiani. Da allora solo contenziosi e sentenze dei tribunali ed anche della Corte Costituzionale. Ora la moratoria che risulterà utile solo se viene fatta la legge di riordino del settore entro sei mesi.