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Regione, Bonaccini: “Giù le rette dei nidi solo il primo passo, ora abbattere liste d’attesa”

Una ricerca Iress indica che il costo delle rette è una delle cause principali della rinuncia di iscrizioni degli asili nido.

Secondo il Presidente della Regione Emilia Romagna Stefano Bonaccini, “il piano per abbattere o azzerare le rette dei nidi che abbiamo avviato già da settembre è una prima importante risposta a un’esigenza vera delle famiglie, come dimostra l’indagine svolta da Iress in collaborazione con la Città metropolitana di Bologna e presentata oggi, che vede quale prima motivazione della rinuncia a cui troppi genitori sono costretti proprio il costo elevato delle rette di iscrizione”.

“Da settembre abbiamo infatti varato una misura straordinaria, poi divenuta strutturale con il bilancio triennale approvato due settimane fa, che taglia le rette con un risparmio medio per le famiglie di circa 1.000 euro a figlio, grazie allo stanziamento di fondi regionali per 18 milioni l’anno. Un piano – prosegue Stafano Bonaccini – al quale hanno già aderito tantissimi Comuni, che a partire dall’anno educativo in corso hanno ridotto le rette; alcuni dimezzandole o addirittura azzerandole, integrando con risorse proprie”, afferma il Presidente.

 “Il fatto che ora il Governo vada nella stessa direzione, estendendo la misura a livello nazionale, non potrà che rafforzare l’impatto positiva del provvedimento, concepito proprio per abbattere la barriera economica d’accesso per tante famiglie, anche del ceto medio”.

“Per noi è stato solo un primo passo: come ho già detto, il primo impegno del mio programma e la prima misura della prossima legislatura, se vinceremo, sarà quella di azzerare le liste d’attesa per il nido e i servizi per l’infanzia, estendendo il servizio e rendendolo progressivamente gratuito per le famiglie”. 

“Vogliamo infatti fare dell’Emilia-Romagna la regione della conoscenza e si parte dai più piccoli: perché è garantendo a tutti l’accesso a questi servizi educativi che si previene poi l’insuccesso formativo e la dispersione scolastica. Come è stato certificato ancora pochi giorni fa, l’Emilia-Romagna è la Regione che più investe e più assicura i servizi per l’infanzia. E non è un caso che qui ci sia anche la più alta occupazione femminile. Ma dobbiamo fare un passo avanti, come ci chiedono le famiglie: nessun bambino deve essere escluso, nessuna famiglia deve rinunciare ad un servizio così importante – conclude Stefano Bonaccini – per ragioni economiche e nessun genitore (quasi sempre le donne) deve essere costretto a scegliere tra nido e lavoro. Noi abbiamo questo progetto per il futuro dell’Emilia-Romagna, e sarà probabilmente il più grande investimento educativo mai realizzato in Italia da decenni. Non è un caso che possa partire dall’Emilia-Romagna: proprio qui sono nati i primi asilo nido 50 anni fa, e ancora una volta vogliamo aprire la strada ad un grande cambiamento nazionale”, conclude Stefano Bonaccini.

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