Si è concluso con tre condanne e una assoluzione il processo abbreviato agli imputati accusati di aver maltratto gli ospiti di Villa Franca la casa di cura per anziani di Via Erato a Rimini. Nello specifico il giudice del Tribunale di Rimini ha condannato a 2 anni di reclusione una 50enne riminese, a 2 anni e 8 mesi a una 38enne peruviana, a 2 anni e 4 mesi per una 51enne georgiana. Una quarta imputata, una 31enne rumena è stata invece assolta. Per la cronaca il gestore della struttura, il 78enne Benito Rosa è deceduto lo scorso febbraio.
L’indagine era nata dalla denuncia di una dipendente che, stanca dei soprusi cui ogni giorno era costretta ad assistere, nel giugno del 2018 si era licenziata per poi rivolgersi ai Carabinieri.
Le indagini, coordinate dal sostituto procuratore Davide Ercolani, hanno utilizzato attrezzature tecnologiche per filmare ed intercettare ciò che succedeva nella struttura.
La figura chiave della vicenda è R.B. un 78enne originario di Chieti, deceduto e già noto alle forze dell’ordine, che, pur in condizioni di salute precarie, era di fatto il responsabile. Era lui, che figurava come ospite della struttura, ad intrattenere i rapporti con il presidente della cooperativa che gestiva il centro.
Ed era lui che divideva i pasti degli ospiti per fornire meno cibo e farlo bastare ad altre persone. E quando la scorsa estate un’ospite 87enne era morta per cause naturali, lo si sente nelle registrazioni dispiacersi non tanto per il decesso della donna, ma per la perdita della retta.
In un clima da incubo, le anziane erano costrette a vivere senza tentare nemmeno di lamentarsi, dato che appena ci provavano venivano ulteriormente picchiate. Nessuno dei loro famigliari sui è mai accorto di niente e quando sono stati informati dai militari dell’Arma di quanto accadeva, sono caduti letteralmente delle nuvole. Del resto sul corpo delle povere donne non apparivano ecchimosi o segni di percosse.
R.B. è finito agli arresti domiciliari insieme a Q.S.J.L Detta Gessi, 38enne peruviana operatrice socio sanitaria; R.M.C 51enne riminese operatrice socio sanitaria; K.M. 51nne di origine georgiane, operatrice socio sanitaria. E’ stata inoltre sottoposta al divieto di avvicinamento alla struttura ed ai suoi ospiti B.C., 31enne di origini romene accusata di episodi di minore rilevanza.
La struttura è stata messa sotto sequestro e, al momento, sono in corso ulteriori accertamenti sulle autorizzazioni ad operare sia a Rimini che a Santarcangelo.
Il giudice ha inoltre disposto il risarcimento alla parte civile Spi e Cgil
“Sono trascorsi 2 mesi esatti da quando il Pubblico Ministero Davide Ercolani nell’udienza – spiega Meris Soldati di Cgil – del 9 ottobre si era opposto, vista la gravità dei fatti, al patteggiamento richiesto dai legali delle 4 imputate (un quinto era deceduto) per i maltrattamenti nei confronti di cinque anziane donne ricoverate nella casa famiglia per anziani Villa Franca. Il giudice Vinicio Cantarini per quei fatti, aveva accolto la costituzione di parte civile avanzata dall’avvocato Maurizio Ghinelli su richiesta del sindacato dei pensionati SPI CGIL di Rimini.
Al sindacato era stata riconosciuta l’azione rivendicativa e negoziale diretta a tutelare le persone anziane sia in campo pensionistico e previdenziale che in quello sanitario e assistenziale, in quello dei servizi sociali e dell’abitare e in tutto ciò che può migliorare la vita dei pensionati e delle persone anziane (art. 2 dello Statuto SPI CGIL).
Al processo era presente Meris Soldati Segr. generale SPI CGIL Rimini.
Il processo, che si è svolto con rito abbreviato, si è concluso con 3 condanne, un’assoluzione e con il riconoscimento alla parte civile di un risarcimento che lo SPI CGIL devolverà all’associazione Rompi il Silenzio che combatte la violenza contro le donne.
La scoperta di quanto successo a Villa Franca ci aveva lasciato attoniti e anche se nessuna pena per quanto giusta potrà sanare i maltrattamenti subiti da queste anziane donne, la sentenza di condanna riconosce quegli elementi di gravità.
Resta del tutto aperto il tema della prevenzione e del controllo perché questi fatti non si ripetano e, in questa direzione, il Regolamento, fortemente voluto dalle organizzazioni sindacali e approvato recentemente dai Consigli Comunali della Provincia di Rimini, è uno strumento importante. E’ un Regolamento che stringe le maglie delle autorizzazioni e impone una serie di procedure per prevenire fenomeni di violenza all’interno delle strutture per anziani. Inoltre, prevede anche verifiche e controlli da parte dell’Ausl e un tavolo di monitoraggio, con la partecipazione delle organizzazioni sindacali, che deve riunirsi periodicamente. Lo strumento c’è, è importante, vigileremo che funzioni”.