www.doveecomemicuro.it, portale di public reporting delle strutture sanitarie italiane, ha realizzato un’indagine sugli ospedali italiani più performanti per numero di parti (fonte: PNE 2018 relativo all’anno 2017).
L’alto volume di attività, infatti, si traduce in maggiori garanzie di sicurezza per mamme e bambini.
In Emilia Romagna, le strutture pubbliche o private accreditate che effettuano parti sono 27.
Il 48,1% rispetta il valore di riferimento fissato a 1000 parti mentre il 33,3% non rispetta il valore minimo di 500 nascite l’anno.
“Per garantire una maggiore sicurezza, questi centri andrebbero accorpati o riconvertiti, ad esempio in ambulatori. Un discorso a parte va fatto per gli ospedali situati nelle valli o in montagna, località difficili da raggiungere, in cui dei punti nascita devono necessariamente esserci anche se i loro volumi di attività non sono in linea con gli standard”, spiega Grace Rabacchi, Direttore Sanitario dell’Ospedale Sant’Anna – A.O.U Città della Salute e della Scienza di Torino, presidio che si riconferma 1° in Italia per numero di bambini nati.
A livello nazionale, l’Ospedale Maggiore C.A. Pizzardi di Bologna (3.077 parti nel 2017) si posiziona 11° in Italia per volume di nascite.
Il Policlinico Sant’Orsola – Malpighi di Bologna (3.072 parti nel 2017) al 13°.
Il Policlinico di Modena (2.923 parti nel 2017), al 15°.
A livello regionale, a conquistare le prime posizioni sono l’Ospedale Maggiore C.A. Pizzardi di Bologna, il Policlinico Sant’Orsola – Malpighi di Bologna, il Policlinico di Modena, l’Ospedale degli Infermi di Rimini (si conferma 4° in Emilia Romagna con 2.715 parti eseguiti nel 2017) e l’Ospedale di Parma.
Tutte le strutture citate rispettano la soglia ministeriale per quanto riguarda la percentuale di tagli cesarei primari, che devono mantenersi inferiori-uguali al 25%.
“Rispetto al parto vaginale, il parto con taglio cesareo comporta maggiori rischi per la donna e per il bambino, motivo per cui dovrebbe essere effettuato solo in presenza di indicazioni materne o fetali specifiche”, spiega Elena Azzolini, medico specialista in Sanità Pubblica e membro del comitato scientifico di www.doveecomemicuro.it.