Urla, canti, cori da stadio, insulti, spintoni e anche qualche schiaffone. Altissima tensione a Santarcangelo per l’arrivo di Matteo Salvini, che accompagnava la candidata del centrodestra alla presidenza della regione Emilia Romagna Lucia Borgonzoni. Il tutto nella giornata clou della festa di San Martino, in una città già gremita da migliaia di persone tra gli stand e le bancarelle.
Che la tensione a Santarcangelo fosse altissima lo si sapeva e la conferma è arrivata puntuale. Questa notte i Carabinieri avevano rimosso uno striscione contro il leader leghista che qualcuno aveva piazzato sul tetto del Supercinema. Oggi la folla si è assiepata in piazza Ganganelli in largo anticipo sul suo arrivo, previsto per le 18.
Si sono formate le schiere contrapposte, diverse centinaia di persone da una parte e dall’altra a fatica tenute a bada dalle forse dell’ordine. Almeno cento gli agenti in divisa e in borghese.
Grida, urli, i più sanguinosi e volgari insulti. Da una parte si cantano inni della resistenza e anarchici, dall’altra c’è chi invoca Mussolini. Si arriva anche al contatto fisico vola qualche scapaccione. Da parte dei fan di Salvini, insulti e spintoni anche per i cronisti appena riconosciuti come tali.
Alle 18.15 ,è finalmente giunto il segretario della Lega, che ha però dovuto rinunciare al tradizionale passaggio sotto l’arco della corna in piazza Ganganelli: la folla di fan e contestatori priorio lì aveva ormai formato un muro umano, impossibile procedere.
Salvini ha sfilato quindi in Via Biagetti nei pressi della piazza concedendo molti selfie e solo qualche battuta ai cronisti: “Vedo piazze piene di famiglie e di persone che vogliono cambiare finalmente dopo anni di malgoverno”. Ed ha assicurato: “Le case popolari prima gli italiani, secondo il Pd è razzismo, per me è legittima difesa”.
Nessun discorso, neppure da parte della candidata Borgozoni, a malapena intravista nella ressa generale. Poi via tutti a Bellaria.
