Immaginate una Rimini del XVII secolo, adagiata accanto a un porto estremamente attivo e pieno di marinai, che salgono e scendono da navi per rotte rodate, le più disparate, e proprio nella nostra città trovavano qualche ora di riposo. Oppure di “licenza”, perché il duro lavoro vuole la controparte nel divertimento, e qualche volta la consolazione si trovava nei postriboli.
Luoghi di diffusione di malattie veneree, poco raccomandabili e dove «sebbene sia una ipotesi che non possiamo dimostrare, Casanova avrebbe contratto la sifilide». Già proprio a Rimini, ve lo immaginate? Nella città (oggi) della “perdizione” estiva, il seduttore per antonomasia, avrebbe potuto non essere lui a lasciare il segno, ma a subire il contagio di una grave patologia.
Verità o leggenda? Il caso dell’amatore veneziano è uno dei tanti che il professor Francesco Sberlati proporrà alla platea della conferenza «Il mal francese. La sifilide tra letteratura e scienza (secoli XVI-XVII)», domani 9 novembre, alle 17, nella Sala del Giudizio del Museo della Città.
La conferenza fa parte dell’evento-mostra Vecchie e nuove epidemie, a cura del medico Walter Pasini, già Direttore del «Centro Collaboratore dell’Organizzazione mondiale della sanità per la medicina del turismo» e presidente della Società Italiana di Medicina del Turismo. A Rimini, Pasini ha realizzato la mostra, in allestimento fino al 1 dicembre, in concomitanza con la Giornata mondiale contro l’AIDS, con il patrocinio della Presidenza della Repubblica, del Senato della Repubblica, della Camera dei Deputati, del Ministero della Salute e del Ministero dei Beni Culturali.
Sberlati proporrà alla platea un confronto tra autori di testi letterari (Benvenuto Cellini, Francesco Berni, Pietro Aretino, Giovan Battista Della Porta) e autori di testi scientifici (Gerolamo Cardano, Francesco Redi, Antonio Cocchi) allo scopo di ricostruire il drammatico quadro storico e antropologico determinato da questa diffusa epidemia.
«La sifilide era il “castigo divino” per eccellenza nei confronti del peccato della lussuria – spiega Sberlati – secondo i canoni dell’epoca». E così per molte migliaia di anni l’uomo ha attribuito fenomeni naturali (dalle epidemie alle catastrofi) a entità superiori e divine, per dare senso a un universo che ci è stato dato, nel quale siamo nati, ma non ci è stato spiegato da nessuno.
Sarà interessante conoscere la storia della sifilide, «l’AIDS dei secoli in cui la magia non aveva ancora fatto posto alla scienza e alla medicina».