C’è anche il riccionese FADI fra i 20 semifinalisti di Sanremo Giovani. L’italo-nigeriano, salutato da molti come vera rivelazione di quest’anno, parteciperà quindi ai quattro appuntamenti pomeridiani, da sabato 16 novembre a sabato 7 dicembre, nella trasmissione Italia Sì condotta da Marco Liorni su Rai1 in cui giocarsi il tutto per tutto per poi approdare alla finalissima di Sanremo Giovani del 19 dicembre, in prima serata sempre in diretta su Rai1.
Solo 10 di loro nella serata del 19 dicembre potranno concorrere per aggiudicarsi i 5 posti in palio per la sezione Nuove proposte del Festival 2020, a cui si aggiungeranno i 2 artisti provenienti dalla selezione di Area Sanremo e, di diritto, la vincitrice di Sanremo Young.
Alla fine saranno in 8 a poter calcare, a febbraio, il prestigioso palcoscenico del Teatro Ariston. Venerdì 8 febbraio, nella penultima giornata del Festival di Sanremo, si conoscerà infine la canzone vincitrice della categoria Nuove Proposte.
Dopo le audizioni dal vivo che hanno visto il 3 novembre sfilare sul palco del Teatro delle Vittorie i 65 selezionati tra gli 842 iscritti a Sanremo Giovani il direttore artistico Amadeus (con lui nella Commissione musicale Claudio Fasulo, Gianmarco Mazzi, Massimo Martelli e Leonardo De Amicis) ha svelato i 20 semifinalisti.
“Io e la Commissione siamo contenti di aver ascoltato 65 canzoni di altissimo livello – commenta a caldo Amadeus dopo l’audizione di ieri –. Non è stato facile selezionare i 20 brani per le semifinali di Sanremo Giovani ma la decisione presa ci ha trovato tutti d’accordo. Vorrei fare un grande in bocca al lupo a chi non è stato scelto consigliandogli d’insistere perché nel gruppo degli Artisti abbiamo trovato grandi potenzialità”.
Da domani, martedì 5 novembre a partire dalle 18, i 20 brani semifinalisti saranno a disposizione sul sito www.sanremo.rai.it
Thomas O. Fadimiluyi in arte FADI, si definisce “Italo-Nigeriano della riviera romagnola”.
Come racconta la sua biografia, “Il padre originario dell’etnia Yoruba, arriva in Italia nei primissimi anni ‘80 per imparare l’arte del design di automobili e per coltivare la sua passione verso i motori. Mette su famiglia e inizia a gestire insieme alla moglie un alberghetto a Riccione, in cui crescono FADI e i suoi fratelli fra un “Ciao ciao mare” e una “Romagna mia”. La costa adriatica, l’eccitazione delle stagioni, quando sei travolto dal passaggio immenso delle persone, dalle contaminazioni e poi d’un tratto rimani solo a guardare sulla spiaggia quello che è rimasto”.
Fadi cresce in zona Alba e nella tratta casa – scuola e nell’autoradio del padre suonano le canzoni di Marley, Ray Charles, Fela Kuti. In quella della madre i grandi cantautori italiani: Battisti, Dalla.
Due mondi che in lui trovano una sintesi perfetta: “come mettere insieme Michael Kiwanuka, Celentano e Chuck Berry, una miscela potenzialmente pericolosissima” che in Fadi si traduce semplicemente in “una questione di attitudine soul“.
Arriva l’adolescenza, il grunge, i Fugazi, i Pearl Jam, gli Afterhours, il gusto per la chitarra elettrica, l’indie romagnolo e le sonorità dei Cosmetic, il nuovo cantautorato e Brunori Sas, le discoteche sulla riviera, i motori: “una passione ereditaria per l’assemblaggio e lo sporcarsi le mani da un lato e dall’altro una riflessione sul concetto della velocità, sulla sua potenza e i suoi limiti”.
“La sua timbrica vocale è profonda, il colore inconfondibile. Non ha paura a misurarsi con la forma canzone all’italiana, con il cantautorato migliore che l’italia abbia prodotto nei decenni passati e nei duemila, conservando un gusto tutto anni ‘90 verso alcune sonorità elettriche, nel suono diretto e senza fronzoli”, conclude la scheda.