Rapina e lesioni. L’accusa non cambia, ma la storia forse è un po’ diversa da come la vittima l’aveva raccontata ai Carabinieri di Cattolica, ieri 29 ottobre. E cioè che lui, bancario riminese poco più che quarantenne, nella mattinata del giorno prima passeggiando lungo la riva del Conca avrebbe incontrato un giovane senegalese che l’aveva pestato a sangue e rapinato dei soldi e dell’orologio che aveva al polso.
In effetti l’uomo si presenta alquanto malmesso: ecchimosi sul volto, spalla lussata e un referto del pronto soccorso di Riccione con 30 giorni di prognosi. La descrizione che fornisce dell’aggressore accende una lampadina per gli investigatori: il giovane africano indossava guanti da ciclista. Uguali a quelli che aveva una vecchia conoscenza dei militari durante l’ultimo, recente controllo.
Il senegalese, 29enne con precedenti, viene rintracciato in serata nel posto dove di solito si apparta per dormire. Ma quando viene portato in caserma racconta tutta un’altra storia.
La storia di un amore mercenario, consumato nel greto del fiume, al termine del quale il cliente non ha voluto pagare. E allora il senegalese si sarebbe preso quello che gli spettava. In maniera, però, a dir poco energica: una gragnuola di pugni in faccia e calci, poi via l’orologio e i contanti del portafoglio. A quel punto il bancario ammette l’incontro sessuale, ma nega che fosse stato pattuito un compenso.
Due versioni, ma il risultato per il senegalese non cambia: è stato arrestato per rapina e lesioni personali.