Per la prima corsa del Metromare, il collegamento veloce tra Rimini e Riccione, c’e’ la data, il prossimo 23 novembre. Ma non i mezzi ufficiali, per i quali si deve aspettare ancora qualche mese, almeno fino a febbraio. Si partirà dunque con otto mezzi di proprietà di Start Romagna, quattro ibridi e quattro a metano. Non, però, per un costo di 1,1 milioni di euro come sostiene il Comune di Riccione ma “di 400.000 euro al 70% recuperabili”, precisa Pmr.
L’infrastruttura, ha spiegato ieri in commissione l’assessore alla Mobilita’ di Rimini Roberta Frisoni, è “pronta da qualche tempo e scalpita per essere utilizzata”. Così, in seguito al ritardo nella consegna dei nove mezzi da oltre un milione di euro ciascuno, si opta per un servizio sperimentale, al via appunto dal prossimo 23 novembre, in modo da cominciare ad abituare i cittadini al nuovo servizio, testarne l’appetibilità e valutare possibili migliorie. Senza per ora mandare in pensione la linea 11.
In merito si lavora a un ammodernamento del parco veicolare e a una riorganizzazione generale dei percorsi dei bus. Una volta arrivati i mezzi dall’impresa belga Van Hool, il servizio sperimentale si interromperà per testare la loro messa in esercizio per un periodo variabile tra uno e tre mesi.
Il Metromare, risponde l’assessore alla varie domande dei consiglieri, è “parte integrante” del trasporto pubblico, con le stesse tariffe, e per questo andrà a gara come tutto il sistema nei prossimi mesi. Si lavora anche, prosegue, al potenziamento del collegamento ferroviario con Ravenna, al prolungamento del Trc fino in Fiera, attraverso la “rifunzionalizzazione dell’asse carrabile” esistente, e al suo collegamento con l’aeroporto, passando sotto la statale.
“È in chiusura – annuncia Frisoni – il pass per integrare tpl e ferro”, ma serve anche “un titolo intergrato per i turisti. E nelle prossime settimane ci saranno novità”.
Per l’opera, entra nel dettaglio dei numeri l’amministratore unico di Pmr, Massimo Paganelli, il limite di spesa era di 92 milioni di euro circa, 81,6 per l’infrastruttura, di cui 43 dallo Stato e 39 dagli Enti locali, 10,5 per i mezzi. C’e’ stato da parte delle imprese il “rispetto degli organi contrattuali”, mentre a novembre 2018 sono stati conclusi i collaudi statici e funzionali, “in tempi molto celeri”. A livello di amministrazione non ci sono stati contenziosi, ma diversi ricorsi al Tar per gli espropri.
Fin qui sono stati spesi 78 milioni di euro, di cui 4,3 proprio per le indennità espropriative. A determinare il ritardo nell’entrata in utilizzo, conferma Paganelli, è quello nella consegna dei nove mezzi: il contratto sottoscritto il 5 agosto del 2016, dopo il primo con una società poi fallita e la causa pendente in Italia, vale 10,5 milioni di euro, di cui 8,8 dallo Stato e i restanti dalla Regione.
La produzione è in corso: il primo veicolo andava consegnato entro il 23 agosto scorso, l’intera flotta entro il prossimo 23 gennaio. La penale è di 1.000 euro a veicolo per ogni giorno di ritardo. “Quando avremo l’intera flotta omologata e operabile scatterà la fase di messa in servizio”, conclude Paganelli.
(Dire)