Si moltiplicano le conferme riguardo le trattative in corso con Cariparma per salvare Carim insieme alle Casse di Risparmio di Cesena e Ferrara.
Andrea Greco su “Repubblica”, trattando della vicenda, per molti versi analoga, del salvataggio di Banca Etruria, Marche e Carichieti da parte di Ubi, scrive che “se tutto va bene l’acquisizione sarà siglata entro Natale. Il dossier non comprende Cariferrara, la quarta banca andata in risoluzione, per cui si va configurando uno schema simile a quello di Ubi, ma che fa perno su Cariparma (Credit Agricole). Il gruppo è in trattativa con Bankitalia su una struttura fotocopia, in cui altre tre bank assai poco “good” (oltre Ferrara anche le Casse Rimini e Cesena) sarebbero rilevate dai francesi: ma solo se il Fondo interbancario le capitalizza e il fondo Atlante ne compra le sofferenze”.
Indiscrezioni più dettagliate arrivano da Affari&Finanza, il supplemento economico sempre di “Repubblica”:
“Chi maligna dice che via Nazionale avrebbe usato gli istituti in crisi come camera di compensazione per la diserzione del gruppo francese (stessa cosa ha fatto Bnl Bnp Paripas), dal fondo Atlante.
Fatto sta che secondo indiscrezioni ora il ceo di Cariparma, Giampiero Maioli, starebbe tirando molto la trattativa”.
E ancora: “Caricesena ha già ottenuto 280 milioni dal Fondo Interbancario, e il fondo ne chiederebbe indietro 220 milioni a Cariparma, ma a quel che risulta la cifra che Maioli vuole dare è ben più bassa. Inoltre per sistemare Ferrara e Rimini servirebbero altri 250 milioni circa, 150 alla prima e 100 alla seconda. Anche qui le richieste del gruppo transalpino per voce del suo ceo italiano sarebbero più alte. Maioli chiederebbe di ricapitalizzare Ferrara per 250 milioni di euro.
La logica che sta sotto è abbastanza semplice: nessuno intende mettere altri milioni in questi tre piccoli istituti. Quindi Credit Agricole-Cariparma potrebbe anche essere disposta a prendersi le tre banche, ma le vuole ricapitalizzate e sgravate dagli Npl. In cambio è disposta a farsi carico dei 1500 dipendenti e dell’eventuale razionalizzazione degli sportelli, circa 300 che si aggiungerebbero alla sua rete di 600 agenzie.
L’ipotesi di un gruppo bancario unico lungo la dorsale adriatica è tornata a circolare la scorsa settimana. I “si dice” circolati affermano che le Casse di risparmio di Rimini, Ferrara e Cesena starebbero pensando di unirsi, aspirando ad essere rilevate da “un soggetto industriale ‘forte’, con il supporto dello schema volontario del Fondo interbancario”. Le sovrapposizioni sugli sportelli ci sarebbero, ma si potrebbero metabolizzare. Sempre che si accetti il disegno che vorrebbero proporre i francesi.
Secondo indiscrezioni pubblicate da Il Sole 24 Ore la trattativa sarebbe in fase avanzata, tanto che la settimana scorsa Maioli sarebbe volato a Parigi per illustrare il dossier.
Nel 2015 il dato aggregato del Gruppo Crédit Agricole in Italia ha fatto registrare utili per 455 milioni di euro ed è presente con oltre 12 mila dipendenti, 3,5 milioni di clienti, 15 società che coprono tutti i segmenti del settore bancario, finanziario e assicurativo. Maioli ha traghettato il Gruppo Cariparma Crédit Agricole nel passaggio da banca territoriale a player tra i più importanti nel panorama italiano”
Dal 2007, quando è entrato nell’orbita del colosso transalpino, è l’unico a non aver mai chiesto aumenti di capitale ai suoi azionisti (se non per operazioni di M&A). Nello stesso periodo il Gruppo ha fatto registrare più di 2 miliardi di utili, con tutti i trimestri chiusi in utile. Compreso l’ultimo che ha portato il risultato netto dei primi nove mesi del 2016 a 189 milioni di euro”.