Il consigliere comunale del Gruppo Forza Italia, Nicola Marcello, ha presentato in Consiglio un’interrogazione rivolta al sindaco di Rimini Andrea Gnassi e all’assessore Anna Montini.
L’interrogazione si concentra sull’installazione di una antenna per impianto fisso di telefonia mobile in via Selvapiana e dintorni nella zona Rimini Nord e nasce per dare voce alle perplessità e alle preoccupazioni segnalate dai cittadini residenti nella zona.
Da alcuni giorni sono iniziati i lavori per la creazione del basamento che porterà alla installazione di una antenna per impianto fisso di telefonia mobile di un noto gestore. Per la realizzazione sono state richieste tutte le autorizzazioni utili al caso (al SUAP del Comune e all’organo tecnico competente ARPAE).
Pur essendoci nella zona un altro impianto simile di altro gestore, i valori di campi elettromagnetici stimati, tenuto conto del contributo totale di tutti i sistemi di trasmissione, sono risultati al di sotto dei parametri di legge previsti.
Tuttavia, secondo quanto riportato da Marcello, “un cittadino che abita in loco da oltre 70 anni riporta che il terreno dove deve essere installato l’impianto era stato già ceduto nei primi anni settanta alla società autostrade per il prelievo di materiale vergine per la realizzazione dell’autostrada e la buca negli anni successivi era stata progressivamente riempita con rifiuti man mano abbandonati e ricoperti da terreno. Infatti dagli inizi dello scavo per la realizzazione della platea sono venuti fuori materiali di vario genere non certo degradati come rottami ferrosi , confezioni di farmaci , plastiche varie”.
Inoltre viene segnalato nel corso dell’interrogazione che l’impianto, “per motivi di comodità realizzativa e di stabilità sia stato portato ancora più vicino senza che, secondo fonti in via di accertamento, nella nuova sede ci fosse una adeguata perizia idrogeologica”.
L’analisi di Marcello e dei residenti della zona verte quindi sui rischi dei campi elettrici e magnetici sulla salute e quindi la domanda principale dell’interrogazione è: “Non sarebbe più adeguato per una “città modello” collocarlo in zone isolate o impervie?”
In attesa di risposta alle sue perplessità il consigliere chiede inoltre “un’adeguata verifica dei materiali contenuti nel terreno ove l’impianto viene istallato; la valutazione geologica specifica del sito su cui viene installato il basamento dell’antenna; qualora si proceda all’installazione, un allontanamento di almeno 100 metri dall’abitazione vicina e infine la verifica periodica semestrale dei campi elettromagnetici generati”.