Ennesimo capitolo giudiziario del tubo Tucker. Il tribunale di Rimini ha condannato Mirco Eusebi e Ivana Ferrara a due anni e cinque mesi di carcere per entrambi i protagonisti del tubo TucKer. Un procedimento penale ancora in piedi perché la coppia aveva rinunciato alla prescrizione per dimostrare la propria innocenza. Con la condanna di primo grado vi è da aspettarsi un ricorso in appello.
Per Il procedimento penale principale la prescrizione era scattata nel 2013 dopo 11 anni di corsi e ricorsi processuali.
I due, marito e moglie, furono i protagonisti del “caso Tucker”: un’incredibile storia italiana. In primo grado, furono condannati per truffa e associazione a delinquere, 11 anni e quattro mesi per il signor Eusebi, mentre per la moglie, 10 anni e 10 mesi. In appello le pene sono poi state ridotte a 6 anni (per lui) e a 5 anni e 7 mesi (per lei) con la prescrizione del reato di truffa. La Corte di Cassazione di Roma, il 4 ottobre del 2013 ha accolto il ricorso di legittimità decretando così l’annullamento anche del reato di “associazione per delinquere” caduto anch’esso in prescrizione.
Era il 1 ottobre del 2002 quando “Striscia la Notizia”, in uno dei suoi servizi, si occupò dell’allora famigerato “Tubo Tucker”. Si trattava di un apparecchio “miracoloso” che prometteva di abbattere non solo le emissioni inquinanti degli impianti domestici ed industriali, ma anche il consumo e, di conseguenza, anche la bolletta.
Il programma satirico di Canale 5 più che del “Tubo” in sé si occupò degli scandalosi metodi motivazioni e di reclutamento messi in atto dalla ditta di proprietà dei coniugi Eusebi. Nel video si evidenziava come l’obiettivo dell’azienda non fosse quello di vendere il prodotto ma di attuare uno schema di “distribuzione multilivello” per trovare sempre nuovi affiliati disposti ad “investire” dei soldi propri per comprare il prodotto da rivendere, a loro volta, porta-a-porta.
La Guardia di Finanza però già da un anno prima del servizio di canale5 tenevano sotto controllo la “Tucker Energy Saving” e, in seguito ad una perizia degli inquirenti, l’Italia intera scoprì di essere stata truffata. Quello che era sempre stato pubblicizzato come il tubo “magico” non abbatteva affatto né i consumi né i costi né l’inquinamento.