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Accoglienza ai profughi, la Cgil chiede di nuovo il tavolo in Prefettura

Sull’accoglienza ai profughi, la segreteria della Cgil riminese ha diramato questa nota:

“La CGIL di Rimini sta seguendo con grande interesse il dibattito che si è sviluppato in questi giorni sui giornali, tra vari soggetti istituzionali e non, riguardo all’accoglienza dei richiedenti asilo nel nostro territorio. Così come ha seguito le altre discussioni pubbliche sull’argomento sviluppatesi nella nostra provincia nei mesi scorsi.

La tematica è di grande importanza e poliedrica, delicata da affrontare, e facile preda di strumentalizzazioni; abbiamo scelto perciò di non intervenire di volta in volta, pubblicamente nel merito delle singole problematiche, ma di sollecitare invece un confronto permanente e costruttivo sul territorio tra tutti i portatori di interessi che ruotano attorno al tema dell’immigrazione e dell’accoglienza dei richiedenti asilo.

Questa è secondo noi la modalità per giungere a decisioni sempre più condivise, col fine di una positiva accoglienza dei richiedenti protezione internazionale e della civile convivenza tra tutti i residenti sul territorio.

Per questo nei giorni scorsi la CGIL è tornata a sollecitare al Prefetto, unitariamente con CISL e UIL di Rimini, la convocazione di un luogo istituzionale nel quale poter sviluppare tale confronto; si tratta del Consiglio Territoriale per l’Immigrazione, cui il Ministero ha consegnato già dal 1999 l’incarico di governo e monitoraggio delle politiche di accoglienza sul territorio, rilanciando tale ruolo nel 2015 a fronte dell’incremento dei flussi migratori.

E’ quello il luogo nel quale confrontare le informazioni ed i bisogni registrati da ogni soggetto presente al Tavolo, in funzione delle rispettive attività istituzionali.

La CGIL di Rimini si è cimentata ad esempio in incontri di orientamento al lavoro ed in corsi di alfabetizzazione all’italiano rivolti nello specifico ai richiedenti asilo, ma siamo soprattutto antenne che captano i fenomeni del mondo del lavoro e della sua ricerca, con attenzione
alle specificità e problematiche degli stranieri.

Riteniamo quindi di essere chiamati in causa soprattutto quando si parla di una integrazione degli stranieri che debba passare attraverso il lavoro, la formazione, i tirocini o il volontariato, e di avere voce in capitolo anche sugli altri aspetti dell’accoglienza ed
integrazione.

Auspichiamo di poter avviare a breve questo costruttivo confronto con tutti gli altri soggetti”.

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