In questi giorni l’Agenzia delle Entrate sta consegnando il conto ai concessionari di spiaggia il conto per l’Imu riferita all’anno 2012. Come per tutti gli aspetti che riguardano la spiaggia ed i concessionari scattano immediatamente i ricorsi e le proteste dei bagnini.
L’oggetto dello scontro e dei ricorsi, già presentati nel 2018, riguarda la nota “tassa sull’ombra”. In sostanza l’Imu viene conteggiata non solo per i manufatti ma anche per la zona di spiaggia dove sono collocati gli ombrelloni. Un primo calcolo, dal parte dell’agenzia delle Entrata portava ad una tassa di circa 35 euro per ogni ombrellone.
In realtà la materia è più complessa di questa semplificazione fatta dalle associazioni del settore e viene da lontano ed è datata 2013.
L’assessore al demanio del Comune di Rimini, Roberto Biagini , in quel 2013, alla luce di quanto era emerso all’interno di un tavolo di lavoro chiesto appositamente dalla Guardia di Finanza e composto dall’Ufficio Tributi e Demanio del Comune di Rimini, dall’Agenzia del Demanio e dell’Agenzia delle Entrate, dove veniva esplicitamente chiesto chi pagava l’IMU tra i balneari, su quali basi e perché non vi era l’ accatastamento delle spiagge (la rendita catastale era il presupposto dell’imposta), sosteneva che se anche i concessionari balneari avessero pagato l’ IMU tutti gli enti locali ne avrebbero beneficiato in quanto le casse comunali avrebbero avuto una ulteriore entrata sulla quale fare affidamento.
La proposta, poi affinata dai tecnici comunali, considerava globalmente la metratura di ogni singolo bagno. Meccanismo non molto diverso da quello applicato nelle cartelle delle agenzia delle entrate che stanno arrivando ai concessionari e che considerava tre tipologie di stabilimento balneare: medio, grande e piccolo.
Il tutto considerando una rendita base di 50 euro a metro quadro, analoga a quella di un terreno edificabile con bassi indici e in zona poco appetibile.
Primo esempio: uno stabilimento di piccole dimensioni di 2.500 metri quadrati totali, con 25 cabine e un centinaio di ombrelloni. L’aliquota del 7,6. Si pagherebbero 950 euro di IMU all’anno.
Secondo esempio: stabilimento di medie dimensioni, 6.000 metri quadrati complessivi, con 40 cabine e 200 ombrelloni. Con l’aliquota del 7,6 per mille si pagherebbero 2.280 euro l’anno.
Terzo esempio: stabilimento balneare di grandi dimensioni, 10.000 metri quadrati complessivi, con 60 cabine, 300 ombrelloni. Sempre aliquota del 7,6 per mille. Si pagherebbero: 3.800 euro l’anno.
Ora appare evidente che non si tratta di una tassa sull’ombra ma bensì sull’insieme dello stabilimento balneare che produce reddito. In realtà gli operatori di spiaggia si aspettavano una cartella IMU non superiore ai 500 euro per gli stabilimenti più grandi. Non si aspettavano un conteggio dell’intera spiaggia in concessione.
Le entrate per i comuni costieri sarebbero di circa 1,2 milioni di euro all’anno. L’IMU viene già pagata dagli stabilimenti balneari in altre località costiere, come la Versilia
Siamo solo all’inizio. Tanti i ricorsi che sono stati annunciati.