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Iniziata la caccia. Contrari ambientalisti ed animalisti. Nel 2016 uccisi oltre 350mila capi in regione

Iniziata oggi, 1 settembre l’attività venatoria, nella regione Emilia Romagna. Chi abita in campagna questa mattina si è svegliato con i botti dei fucili da caccia.

Anche quest’anno il calendario venatorio prevede le preapertura per 5 specie, nelle domeniche del 1 e 8 settembre: Cornacchia Grigia, Ghiandaia, Gazza, Merlo e Tortora.

La stagione venatoria inizierà ufficialmente il 15 settembre e terminerà il 31 gennaio.

Come ad ogni apertura della caccia non mancano le polemiche.

“L’importante è sparare. All’insegna di una violenza contro la natura sempre più inaccettabile e con le pesantissime responsabilità degli amministratori regionali che continuano a regalare ai cacciatori l’anticipazione della stagione venatoria, si riapre domenica 1 settembre la caccia. In anticipo, perché dovrebbe cominciare la terza domenica di settembre”. Lo afferma l’Enpa (Ente nazionale protezione animali), a proposito dell’apertura della stagione venatoria. Nella quasi totalità delle regioni, prosegue la nota, “si sparerà a specie di avifauna le cui popolazioni sono fortemente in declino”. afferma l’Enpa aggiungendo che “si spara mentre i piccoli di alcune specie sono ancora immaturi o dipendenti dai genitori. Si spara nonostante la biodiversità sia sempre più provata dai cambiamenti climatici e la crisi ambientale sempre più forte.” Tra le Regioni che hanno concesso la preapertura dell’attività venatoria “più generose” con i cacciatori, l’Enpa segnala “il Piemonte, il Veneto, il Molise e la Puglia, l’Emilia-Romagna, la Basilicata e la Campania”. Ma “l’arroganza della politica filo-venatoria e del continuo mancato rispetto delle leggi e del parere scientifico dell’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (Ispra) porta da anni le Regioni a subire sonore sconfitte. Ancora una volta, dunque, si apre anticipatamente una stagione venatoria fuorilegge, che ucciderà quel patrimonio indisponibile dello Stato e della comunità internazionale costituito dalla fauna selvatica. E’ urgente riportare il nostro Paese nella legalità”.

“Ricominciano le uccisioni in quasi tutte le regioni” per la “preapertura della caccia, con un anticipo sul calendario” sottolinea la Lav (Lega antivivisezione) sull’apertura della stagione venatoria da domenica 1 settembre. “L’apertura anticipata della stagione di caccia – osserva la Lav – purtroppo prevista per legge alla terza domenica di settembre di ogni anno, sarà massiccia e coinvolgerà quasi tutte le Regioni e Province autonome, a esclusione della Liguria. Mentre il tema della tutela della natura è al centro dell’agenda nazionale e internazionale sotto la spinta di gravi emergenze ambientali e di movimenti come Friday for Future, in Italia invece di preservare l’ambiente dalle stragi di caccia, nulla sembra cambiare e si tornerà a sparare già da domenica prossima, in sostanziale assenza di controlli, oppure con controlli incredibilmente affidati agli stessi cacciatori. È facile immaginare che in queste condizioni si tratterà di una vera e propria mattanza”.

A queste critiche risponde Federcaccia.

“Premettendo che la caccia nel nostro Paese è strettamente controllata, forse l’attività più normata di tutte, e di conseguenza quando esercitata assolutamente legittimata, ricordiamo all’ENPA e a tutti gli altri che vorranno intervenire sul tema, una serie di fatti assolutamente oggettivi che la sfidiamo a confutare. La preapertura è facoltà concessa dalla Legge 157/92 alle Regioni che hanno Piano Faunistico venatorio vigente, e la Regione Emilia Romagna lo ha. Non corrisponde al vero che si sparerà a popolazioni fortemente in declino: la tortora ha una popolazione stabile in Italia (dati aggiornati al 2018) e le popolazioni in transito migratorio provengono in Emilia Romagna da areali dell’Europa centro orientale, dove le popolazioni sono stabili. Non corrisponde al vero che si spari a soggetti immaturi: le specie cacciabili in preapertura sono tutte al di fuori del periodo riproduttivo, come da documenti europei approvati dalla Commissione Ambiente UE.”

Quanti sono i cacciatori in Emilia Romagna

Nell’ultima stagione le nove Province hanno rilasciato 33.548 tesserini venatori. 1.242 in meno rispetto all’annata precedente, per un calo del 3,6%. Interessante l’analisi geografica. Parma (-4,8%), seguita da Bologna (-4,5%). Perde più del 4% (-4,1%) anche Modena. Leggermente sotto (-3,9%) Forlì Cesena. -3,3% a Ravennae -3,2% a Piacenza. Riduzioni più contenute per Reggio Emilia (-2,7%) e Rimini (-2,2%).

Nel 2016, secondo dati Ispra in Emilia-Romagna sono stati abbattuti  376632 capi suddivisi in 29 specie

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