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Plastica, plastica, plastica… ma quanto se ne parla? Intervista a Manuela Fabbri, presidente Basta plastica in Mare

Stanno davvero cambiando le cose? Chi e come agisce? Le ordinanze comunali e la definizione plasticfree che tutti si danno sono veramente efficaci? Sabato pomeriggio 31 agosto proprio nella spiaggia libera, il luogo che tante polemiche ha provocato per l’inquinamento sonoro e di rifiuti dell’ultimo evento di ferragosto, si svolge Corona per Parley for the Oceans.

Ne parliamo con il Comitato Basta Plastica in Mare, di cui Manuela Fabbri, ambientalista da sempre, è presidente. L’associazione ha appena compiuto un anno di vita, è stata fondata nell’agosto 2018 e molte tra le azioni di grande divulgazione realizzate, lei è comunicatrice e creativa, sono farina del suo sacco.

L’azione civica di pulizia della spiaggia di sabato, la definite un educational, finalizzata a saper riconoscere la miscroplastica dispersa tra la sabbia e il mare…

«Sì, noi crediamo sia utile far vedere quanta ce n’è nonostante la pulizia continua che viene fatta, e informare sui danni creati dalla microplastica cittadini, turisti, operatori economici. Tutti i fruitori del nostro habitat naturale: il mare e la spiaggia. Affinché diventiamo tutti più consapevoli dell’impronta ecologica, il danno in termini di sostenibilità che lascia un nostro atto sconsiderato. E lo faremo giocando insieme, con pettorine, guanti e sacchi, e regalando infine con gioia retine, borse e borracce a chi viene a iscriversi al gazebo Parley e insieme a noi scorge, raccoglie, seleziona. Scopriremo i frammenti di plastica ai quali normalmente non si dà alcun peso che tuttavia sono i più dannosi poiché entrano nella catena alimentare».

Siete molto decisi nelle vostre azioni antiplastica, soprattutto quella monouso, avete però i patrocini di enti pubblici tra i quali la Regione Emilia-Romagna, Visit Romagna e Comune di Rimini, che secondo voi invece sono troppo poco decisi, perché li chiedete e perché ve li danno allora?

«Sì noi siamo molto decisi, infatti la nostra denominazione è esplicita ed è stata scelta dal direttivo dell’associazione poiché tutti riteniamo si debba essere concreti, non c’è più tempo da perdere, come sul clima e contro il fossile, essendo la plastica un derivato del petrolio. E’ una catena. Ciascuno di noi deve essere consapevole della responsabilità delle scelte che compie. Nel pubblico e nel privato, partendo dallo stile di vita di ogni cittadino: Corona dice infatti che possiamo e dobbiamo influenzare il mercato con le nostre scelte di consumatori, come altrettanto può fare il consenso quando sa misurare lo spirito di servizio espresso dagli amministratori, e delle scelte di cui hanno saputo farsi carico. Scelte che a volte sono impopolari e pestano i piedi a qualche lobby, diventa dunque una grande tentazione per loro accontentarle dando concessioni di bene pubblico (troppo spesso considerato di nessuno) senza mettere regole e paletti».

Ti riferisci alle ordinanze?

«Non si possono fare ordinanze restrittive e proibizioniste, per poi non farle rispettare. Proibire di fumare e di consumare plastica sulla battigia e poi dare le concessioni a imprenditori irresponsabili per concerti di massa: 1.500 sacchi di plastica raccolti sulla spiaggia da Hera per Jovanotti alle Terme con la foglia di fico del WWF, e per non parlare ciò che ha lasciato l’evento di ferragosto sulla spiaggia del porto… siamo certi che sotto la sabbia e in mare ci sia ancora una grande quantità di tappi di plastica e frammenti di ogni genere. Dei quali prima o poi i pesci si nutriranno. Sempre che non se la mangino direttamente i nostri bambini… come noi facevamo».

Ma allora perché avete chiesto il patrocinio del Comune di Rimini che ha dato i permessi in quelle occasioni? E perché ve lo ha concesso?

«Certo come quello della Regione Emilia-Romagna che dà le concessioni agli allevamenti di cozze che disperdono quintali di plastica in reti/calze, tagliate e gettate da 40 anni a oggi in mare. Questa si chiama ambiguità culturale e di politica amministrativa. Non è ciò che ci aspettiamo dai nostri enti che si definiscono plasticfree. Ed è il motivo per cui insieme all’associazione di ragazzi di Corona x Parley che, nata da un gruppo Erasmus fa progetti contro l‘inquinamento e con un camper ha girato l’Italia tutta intorno, sabato saremo in quel luogo. Crediamo sia nostro dovere ancora una volta, insieme ai giovani, far concretamente presente ai nostri amministratori dove stanno sbagliando. E siamo certi che capiranno».

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