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“Per il bene che ti voglio”, Michele Cecchini chiude la rassegna Parola di scrittore

Si conclude domani, martedì 22 novembre il ciclo di conversazioni letterarie “Parola di scrittore”. Ospite dell’ultimo incontro lo scrittore Michele Cecchini che presenta il suo romanzo “Per il bene che ti voglio” (Erasmo Editore).
Appuntamento alle ore 18 nella sala del caffè letterario Alidangelocaffè Extro (via Castelfidardo, 58 – Rimini). A introdurre l’autore, sarà la giornalista Anna Maria Gradara.
“Per il bene che ti voglio” è una storia di partenze e di vie di fuga verso una terra di mezzo dove, per trovare se stessi, si è costretti a spogliarsi delle parole e dell’identità, fino a rinunciare alla propria persona e divenire un’ombra, un punto luce.
Alla fine degli anni Venti, Antonio Bevilacqua parte dalla Lucchesia deciso a intraprendere la carriera di attore nel circuito dei teatri off-Broadway di San Francisco. Qui entra in contatto con l’ambiente artistico raccolto attorno, tra gli altri, a Lawrence Ferlinghetti.
Elegante e degradata, gelida e solare, accogliente e crudele, San Francisco esalta e sottopone a cocenti delusioni i suoi figli e i suoi figliastri: tra questi ultimi i Dagos, gli emigrati di origine italiana.
Per un periodo Antonio si trasferisce a Hollywood, dove viene scritturato in un film di Chaplin come “controfigura schermatica”. Sul set, in pratica, ha il compito di sostituire Chaplin nella predisposizione delle scene: su di lui i tecnici tarano le luci, impostano il piano dell’inquadratura, la distanza e l’altezza della macchina da presa, la definizione degli spazi e dei movimenti.
Sembra dunque avere trovato la sua “Merica” nel “muvinpicce”: con questa espressione, storpiata dall’inglese “moving pictures”, Antonio indica il cinema.
Lui e tutti gli altri Dagos parlano infatti una strana lingua, l’italiese, una goffa eppure poetica commistione di italiano e inglese, che racconta il tentativo di integrarsi in una realtà tanto diversa da quella di origine.
Ad esempio uno dei suoi amici, Mario Peruzzi, lavora come spalatore della ferrovia. In inglese si indica con l’espressione “sheveller of the Railroad”, che gli italiani storpiano in “sciabolatore di Re Erode”.
Nel linguaggio come nella vita Antonio Bevilacqua – nel frattempo divenuto Tony Drinkwater – abita una terra di mezzo, quella di chi non è ancora e allo stesso tempo non è più.
Michele Cecchini è nato a Lucca nel 1972. Si è laureato in Letteratura italiana con una tesi su Leopardi e la luna. È docente di materie letterarie in una scuola superiore di Livorno, dove risiede.
Il suo primo romanzo, “Dall’aprile a shantih”, ha aperto a Praga una serie di presentazioni dedicata ad autori italiani esordienti e organizzata dalla Società Dante Alighieri.
“Per il bene che ti voglio” è il suo secondo romanzo. Finalista al Premio Volterra 2016, il romanzo è stato libro del giorno a Fahrenheit ed è stato presentato in Canada (presso la University of Toronto) e negli Stati Uniti.

Tutti gli incontri della rassegna “Parola di scrittore” sono a ingresso libero. Info: 334 7868294, www.scenafutura.it.
“Parola di scrittore”, grazie alla collaborazione con il caffè-libreria Alidangelo, si è potuta svolgere in un clima accogliente e confortevole favorendo un vero scambio di idee con gli autori che via via si sono alternati nel piccolo locale di via Castelfidardo. La rassegna di incontri, alla sua prima edizione, si chiude con un bilancio positivo, essendo stata seguita con interesse e partecipazione da un piccolo gruppo di lettori appassionati e fedeli, che hanno scelto di conoscere alcune voci meritevoli del panorama letterario italiano, poco note e poco presenti sui media ufficiali.

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