Riportiamo la testimonianza di una mamma che ha scoperto, durante la gravidanza, che la nascitura era affetta dalla patologia del “piede torto congenito”. La bimba è nata all’Ospedale “Infermi” di Rimini ed è ora seguita per affrontare, in via risolutiva, tale patologia.
“Il 26 maggio scorso sono diventata mamma di una bimba che si chiama Agata.
Durante la gravidanza alla bambina è stato diagnosticato il piede torto congenito. In tanti, quando ne parlavamo, ci consigliavano, dopo il parto, di far seguire la piccina a Bologna perché, ci dicevano, sono più specializzati per questo tipo di malformazione neonatale. Inoltre per me, che sono una bolognese trapiantata a Rimini, sarebbe stata anche una scelta tutto sommato facile.
Invece abbiamo deciso di farla seguire qui a Rimini, all’Ospedale ‘Infermi. E’ stata una scelta azzeccata. Ci siamo e ci stiamo trovando benissimo, con i medici che ci stanno seguendo in questo percorso: una equipe ortopedica formata da tre professionisti, le dottoresse Chiara Biagini ed Elena Zamagni ed il dottor Marcello Zavatta, che si occupano della mia bimba come se fosse la loro. Competenti, professionali, presenti e reperibili per ogni mia preoccupazione o perplessità.
Anche nella delicata fase del cambio dei gessi, medici e personale infermieristico hanno sempre espresso grande professionalità ma soprattutto grande umanità e anche affetto nei confronti miei e di Agata, rispettando e accettando i tempi di un neonato, pur nel convulso impegno di reparto e sala operatoria. Un valore aggiunto non dovuto e raramente espresso altrove.
Scriverò sicuramente anche all’Associazione dei genitori di bambini affetti da questa patologia, raccomandando caldamente l’Ospedale di Rimini. Tuttavia mi piacerebbe che anche la cittadinanza di Rimini sapesse che non è necessario fare delle trasferte per avere un servizio ottimo e una cura e una premura per i neonati come mai avrei pensato”.
Zoom sulla patologia
Il piede torto è una patologia che ha una casistica di 1-2 casi ogni mille nati; a Rimini ne vengono seguiti 5-7 l’anno. Per questa patologia è importante una stretta collaborazione tra i vari servizi che si prendono cura dei piccoli pazienti. Nel momento in cui la Ginecologia (unità operativa diretta dal dottor Federico Spelzini), in fase di ecografia morfologica, individua il problema, attiva immediatamente l’Ortopedia (diretta dal dottor Stefano Landi). Subito dopo la nascita, il piccolo paziente inizia il percorso che prevede, già dopo 15 giorni, la realizzazione di piccoli gessi di correzione progressiva delle deformità, fino a giungere all’intervento chirurgico (secondo il metodo definito Ponseti dal nome del suo ideatore) con fase pre e post-operatoria gestita nella Tin, diretta dalla dottoressa Gina Ancora. Il paziente deve poi utilizzare tutori, soprattutto durate il sonno, fino ai 4-5 anni d’età e viene comunque seguito e monitorato fino alla fine dell’età dell’accrescimento, anche per il rischio di recidivia della patologia. In alcune circostanze il percorso clinico può prevedere anche fisioterapia. Molto importante l’instaurazione di un rapporto di fiducia e collaborazione tra medici e famiglia.