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2 agosto, la strage di Bologna 39 anni dopo

Per la prima volta è l’autobus numero 37 ad aprire il corteo in ricordo della strage di Bologna. La manifestazione è partita dal Comune e come tutti gli anni raggiungerà il piazzale della stazione per i discorsi ufficiali e il minuto di silenzio. Il ’37’ è uno dei simboli della strage e fu utilizzato per trasportare i cadaveri in obitorio. Dopo essere rimasto per decenni nel museo dei trasporti, negli ultimi è tornato a far parte delle commemorazioni.

“Eliminare le zone d’ombra“. E’ l’appello del presidente della Repubblica Sergio Mattarella nel giorno del 39esimo anniversario della strage di Bologna. “Le istituzioni – dice il capo dello Stato – grazie all’opera meritoria dei suoi uomini, sono riuscite a definire una verità giudiziaria, giungendo alla condanna degli esecutori e portando alla luce la matrice neofascista dei terroristi. L’impegno profuso non è riuscito, tuttavia, a eliminare le zone d’ombra che persistono sugli ideatori dell’attentato. È una verità che dovrà essere interamente conquistata, per rendere completa l’affermazione della giustizia”. Così Sergio Mattarella in occasione dell’anniversario della strage di Bologna.

“La disumana ferocia della strage alla stazione di Bologna è parte incancellabile della memoria del popolo italiano e della storia della Repubblica. Il trentanovesimo anniversario dell’attentato terroristico ci richiama, anzitutto, a un rispettoso raccoglimento dinanzi alle vite crudelmente spezzate. Le democrazie si nutrono dei sentimenti più profondi di umanità. È questa condivisione che ha consentito di unire le forze per sconfiggere la barbarie degli assassini, di fare prevalere il tessuto sociale che si voleva strappare, di cercare sempre e ostinatamente la verità, anche quando errori, colpevoli inerzie e ignobili complicità hanno ostacolato il percorso della giustizia”.

“Il tempo tempo del silenzio è finito, ci stiamo muovendo finalmente tutti nella stessa direzione”, ha detto il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede in Consiglio comunale a Bologna per la commemorazione del trentanovesimo anniversario della strage del 2 agosto.

Oggi “mancano ancora tasselli”, ha detto, “la magistratura è al lavoro, un lavoro delicato dopo i processi sui depistaggi, che ci costringe ancora ad una attesa ma che che ci dà la speranza di far luce finalmente su quanto accaduto senza zone d’ombra”.

“Ogni anno – ha detto il sindaco Virginio Merola – aumenta la partecipazione alla cerimonia” per la commemorazione della strage del 2 agosto e “questo dà a noi la forza per continuare a chiedere verità e giustizia. Ringrazio l’associazione delle vittime perché la ricerca della verità, insieme al lavoro della magistratura, deve molto a questa associazione e alla sua tenacia nel presentare ulteriori elementi che possano portare ad accertamento della verità”.

Paolo Bolognesi, presidente dell’associazione dei familiari delle vittime ha invitato a non considerare la cerimonia una “passerella, un’occasione per farsi vedere”.
Alla vigilia della cerimonia è arrivato anche l’appello dal vescovo di Bologna Matteo Zuppi: “forse è da ingenui e non serve a niente – ha detto – ma chiedo a chi sa qualcosa di parlare e togliersi il peso, dimostrando che è un uomo e non un vile”.

Tra le 85 vittime della strage di Bologna ci fu anche la riminese Flavia Casadei. Studentessa, 18 anni, in attesa del treno che l’avrebbe portata a Brescia dallo zio, si trovava nella sala d’aspetto polverizzata dall’esplosione alle 10.25 del 2 agosto 1980.

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