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False cooperative. Guardia di Finanza sequestra 200mila euro a due riminesi

La Guardia di Finanza di Suzzara ha concluso una complessa attività di controllo nei confronti di un consorzio operante nella Bassa Mantovana e di alcune cooperative ad esso collegate, con sede anche a Rimini. I militari hanno scoperto una considerevole frode fiscale.

Hanno rilevato quattrocentosette posizioni lavorative irregolari, contestate alle cooperative e al consorzio.

L’attività ha consentito il deferimento alle competenti Autorità Giudiziarie di Mantova e di Rimini di sei persone, accusate di reati tributari, relativi a emissione e utilizzo di fatture false, per operazioni inesistenti, per oltre 5.000.000 di euro, alla presentazione di dichiarazioni fiscali infedeli e a false comunicazioni sociali.

E’ stata quantificata una frode all’IVA per oltre 1.000.000 di euro.

A seguito di specifica richiesta degli inquirenti, il Gip di Rimini ha emesso un decreto di sequestro preventivo, finalizzato alla confisca per equivalenza del profitto proveniente dal reato, a seguito del quale sono stati sequestrati immobili e saldi attivi di conti correnti, intestati agli indagati per circa 200.000 euro.

L’attività di servizio è stata avviata per contrastare lo sfruttamento del lavoro da parte di cooperative spurie e dei consorzi che le riuniscono, utilizzate da grosse imprese, operanti soprattutto nel settore della logistica per conto terzi.

Tali imprese, nella loro ricerca di maggiori margini operativi, tendono a comprimere il costo del lavoro e l’onere legato alla sua gestione, mediante il ricorso alla manodopera fornita da soggetti esterni, come le cooperative.

I soggetti coinvolti nelle attività investigative condotte dai militari della Tenenza di Suzzara, avevano realizzato una struttura piramidale tra consorzio e cooperative consociate, con base operativa in provincia di Mantova, dove il consorzio stesso, fungeva da agenzia di lavoro interinale, risultando, quindi, esercitare una vera e propria attività economica.

Ricercava e collocava il personale presso aziende committenti che necessitavano di manodopera per l’esecuzione di lavori all’interno del loro ciclo produttivo.

Avvalendosi di contratti di affidamento lavori, senza alcun rischio d’impresa e senza organizzazione di mezzi, il consorzio incaricava le proprie cooperative affiliate, di fornire il personale, facendo ricadere sulle medesime tutti gli oneri fiscali, contributivi, assicurativi, che non erano onorati.

Lo scopo delle false cooperative, nelle quali la fondamentale componente mutualistica era, di fatto, assente e lo spirito consortile, asservito a meri interessi personali dei vertici del sodalizio, era rappresentato da diversi obiettivi illeciti, spesso ricorrenti tra loro, quali l’evasione fiscale e contributiva, l’illecita somministrazione di manodopera in mancanza di organizzazione tecnica e di mezzi, l’annotazione in contabilità di costi fittizi e l’indicazione di elementi passivi fittizi, in sede di dichiarazione al fine di abbattere l’elevata esposizione debitoria Iva.

Fonte il Gazzettino Nuovo

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