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Il comitato Giù le mani dalla scuole di Rimini al Comune: avete venduto l’anima per sempre

Il Gruppo Giù le mani dalla Scuole di Rimini, con un lunghissim comunicato, invita i cittadini Riminesi a partecipare alla II Commissione Consiliare Pubblica che si terrà lunedì 14 novembre alle ore 16.30 presso il Comune di Rimini, alla quale sono stati invitati assieme ai rappresentati sindacali e ai portavoce degli insegnanti e dei genitori:

La nostra voce e il nostro NO all’esternalizzazione della scuola pubblica saranno ascoltati dall’Assessore Morolli e dal vicesindaco Lisi.

Come genitori, cittadini, elettori, ci chiediamo come sia stato possibile concepire la scelta di esternalizzare le scuole dell’infanzia, i nidi riminesi e fatto ancor più grave farlo in questo modo. Il copione sembra scritto da un regista consapevole del triste epilogo. Il Sindaco si è presentato alle ultime elezioni senza fare accenno di voler regalare alle cooperative la scuola pubblica riminese, anzi, dal suo programma elettorale prometteva:
“Realizzeremo un grande polo scolastico, confermeremo gli investimenti in edilizia scolastica, coinvolgeremo le famiglie nel processo di custumer satisfaction”.

Nessuno ha votato il Sindaco Gnassi per privatizzare le scuole comunali. Le 3.000 persone che hanno firmato la petizione per mantenere la scuola pubblica si chiedono come sia moralmente accettabile che il Sindaco non abbia dichiarato questa Sua intenzione in campagna elettorale, nascondendo di fatto tale decisione.

Abbiamo appurato senza possibilità di smentita, che l’esternalizzazione delle cinque scuole dell’infanzia e del nido non porterà alcun risparmio alle casse comunali, non consentirà la stabilizzazione di ottanta maestre e educatrici, né tantomeno migliorerà il servizio, piuttosto
creerà personale scolastico precario e consentirà alle cooperative di fare un utile a discapito della collettività e degli stessi operatori.

Ci chiediamo, quali interessi il sindaco stia tutelando. Gli interessi dei genitori evidentemente no, non si disgrega un servizio scolastico riminese
realizzato in cinquanta anni di progetti, formazione, investimenti, definito dalla stampa nazionale un’eccellenza, per concederlo con un bando alle cooperative. 

I fatti raccontano che l’assessore alle politiche all’educazione e alla famiglia il Sig. Morolli, non sia né un pedagogista, ne possa vantare nel suo curriculum esperienze in ambito educativo, mentre il Vicesindaco precedentemente incaricato allo stesso assessorato sino al 2016 è professionalmente persona competente, purtroppo per i cittadini riminesi le Sue esperienze provengono dal settore cooperativo, sarà un caso.
Continuiamo a chiederci come sia stato possibile non coinvolgere le parti sociali, le delegazioni delle maestre, i pedagogisti, aprire un confronto con le migliaia di comuni che credono nel valore della scuola pubblica e del welfare, lasciando in mano questa decisione che interessa il futuro e il patrimonio di cittadini a due o tre persone, peraltro non specializzate e alcune proveniente dallo stesso mondo cooperativistico.

L’amministrazione afferma di essere costretta a procedere con l’esternalizzare perché in difficoltà nella sostituzione delle maestre, non più idonee fisicamente a svolgere l’attività diretta in aula, dovendo ricollocarle in altro settore.L’amministrazione cosa fa? Invece di perorare il riconoscimento della malattia professionale all’INAIL, preferisce scaricare il problema al privato, il quale se ne occuperà quando sarà il
momento, inviando una lettera di licenziamento alla maestra per “inidoneità alla mansione”.

E’ questo che vogliamo insegnare ai nostri figli? I valori che vogliamo trasmettere? Non sei più efficiente dopo trent’anni di lavoro, alla società non servi più, all’età di cinquantacinque anni sei da licenziare, eliminare, buttare.
Sembrano politiche di altri tempi ma soprattutto di alte nazioni.

I nostri amministratori sono stati eletti per gestire non per disgregate, sono pagati per affrontare i
problemi e risolverli NON per darli in APPALTO.

Siamo genitori preoccupati del futuro dei nostri figli, ci indigniamo quando sentiamo parlare di mancanza di risorse per la scuola, poi vediamo investire milioni di denaro pubblico in opere che fatichiamo a comprendere.

Recentemente il Comune di Rimini ha siglato un contrato di affitto di sessanta anni con la diocesi per l’affitto delle Scuola del Seminario a Covignano, scuola costruita negli anni ‘50 soggetta ad alti costi di manutenzione e gestione, mentre nel dicembre 2014 veniva inaugurata una scuola comunale completamente nuova, dal costo complessivo di 5 milioni di euro, dotata di 15 aule, 7 laboratori, 1 mensa, 1 biblioteca, 1 palestra con spogliatoi e servizi, 1 aula insegnanti.

Avremmo costruito 3 scuole comunali come quella con i 17 MILIONI di affitto-diritto di superficie RICONOSCIUTI alla Diocesi per il seminario. 100 milioni spesi per il TRC (trasporto rapido costiero), sicuramente utili, per tagliare un nuovo
nastro e fare una nuova fotografia, il tutto mentre gli autobus cittadini cadono a pezzi.

Oltre 100.000 euro per la pubblicità di Cattelan, migliaia di euro spesi negli inutili cartelloni pop per alimentare l’ego di qualcuno.
Centinaia di migliaia di euro in eventi e feste, giornate a tema.

Non prendeteci per stupidi, non ci dite che non ci sono soldi da investire nell’istruzione, pilastro fondamentale della società. Dichiarate apertamente le reali motivazioni dell’esternalizzazione, i vostri ex-elettori lo hanno oramai capito.

Infine non è chiaro, o almeno non lo è a noi profani in materia di bandi, cosa NASCONDA l’art 22
del bando, in cui si scrive: “Il comune può disporre variazioni al contratto senza un nuova procedura di affidamento…. per servizi supplementari da parte dell’affidatario il cui prezzo non ecceda il 50% del valore del contratto iniziale, servizi che si siano resi necessari e non erano
inclusi nell’appalto iniziale…”

Quindi il bando potrebbe aumentare di un ulteriore 50% rispetto a quello iniziale e crescere di altri milioni di euro, senza una nuova gara, portando il costo per le cassa pubbliche da 14 milioni di euro a 21 milioni di euro.

CI VENGONO I BRIVIDI. Ci chiediamo come mai è stata cambiata la prima Determinazione Dirigenziale n. 1834 del 05/09/2016 (la definitiva è la n. 2131 del 13/10/2016), obbligando così il Comune a farsi CARICO della MANUTENZIONE ORDINARIA e di TUTTE LE UTENZE (salvo telefono e rifiuti), spese in capo al privato nella prima stesura del bando. Forse qualcuno si è
lamentato?

Contemporaneamente nel bando all’art. 3 avete consentito ai privati di organizzare nelle scuole appaltate eventi, feste, attività a scopo di lucro fuori dall’orario di apertura, quindi i cittadini pagheranno le utenze e i privati faranno utili.

Chiediamo che ci vengano comunicati per ISCRITTO tutti i VINCOLI ECONOMICI E LEGISLATIVI che rendono impossibile al comune l’assunzione di nuove insegnanti, nonostante il decreto Madia, D.L. 113/2016 art. 17 (stabilizzazioni dei precari in deroga al
patto di stabilità).

Ci chiediamo come sia possibile parlare di professionalità del personale che verrà assunto dalle cooperative, se avete inserito nel Bando la possibilità di assumere persone con 10 MESI DI ESPERIENZA PROFESSIONALE anche NON CONTINUATIVI. Quale considerazione
avete dei nostri figli? Sono bambini da EDUCARE E FORMARE non da BADARE.

Ci chiediamo come fate a sostenere che il servizio migliorerà, in quanto il privato consentirà di PROLUNGARE (a pagamento) l’orario di apertura sino alle ore 18 e il sabato mattina.

Chiedete ai genitori con figli frequentanti le scuole d’infanzia riminesi se sono interessati a questo servizio. Sapete cosa vi risponderanno?
I figli li abbiamo fatti per viverli, NON PER APPALTARLI ALLA COOPERATIVA.

Forse NOI GENITORI non siamo all’altezza di capire questi incredibili innovatori, forse questa politica di plastica la può
capire solo chi non ha figli, chi ha interessi diretti o solo chi si è VENDUTO PER SEMPRE L’ANIMA.
QUESTA POLITICA DEVE FINIRE

Giù le Mani della Scuole di Rimini

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