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Giorgio Grossi: “Costruire un progetto credibile, attrattivo, per un futuro migliore…”

Poco prima del voto mi domandava un ex collega di lavoro sui social: “Ma chiedersi come mai nessuno vota più PD? E fare tesoro degli errori passati non vi passa per la testa?”.

Mi sono ripromesso di rispondergli dopo il voto…

Chiamare “nessuno” sei milioni e passa di persone la vedo dura… Così come essere contenti e/o soddisfatti di questo risultato.

Ragione per cui serve piantare alcuni paletti per poi procedere alla risposta alla seconda domanda.

Partiamo dai dati oggettivi. Quelli analizzati dall’Istituto Cattaneo. Domenica scorsa il PD di Zingaretti ha preso 6.050.131 voti, mentre alle politiche dell’anno scorso 6.161.896: centomila e passa voti in meno. Nondimeno a queste ultime il partito era insieme a + Europa, la SVP e una parte di Scelta Civica. Sottratti  i voti di questi ultimi, il PD ha preso 5.887.247 voti: più di 155.000 consensi.

Ma i fattori più rilevanti che il Cattaneo evidenzia è che alle urne si sono presentati 7 milioni di votanti in meno e che il PD ha recuperato 4 punti dei ben 15 persi dai 5S,  suo “diretto concorrente” alla lotta per il secondo posto.

Chiamare tutto questo una sconfitta la rivedo dura, ma da qui a cantar vittoria ce ne corre …

Perché? Sempre secondo gli analisti si è fermata l’emorragia cosa che molti altri non sono riusciti a fare. E questo credo vada riconosciuto come merito oggettivo ad un segretario che ha lavorato per tutta la campagna elettorale cercando di includere nelle liste persone autorevoli, rappresentanti della società civile, nonché esponenti di forze politiche sia di sinistra che moderate di centro. Poi a livello locale si è fatto anche altro e di più …(ma questo è un altro discorso che su questo giornale è stato già trattato).

Detto questo rimane un grosso, un enorme problema: Salvini da solo vale il 34%, la coalizione di centro/dx il 50, mentre il centro/sx si ferma poco oltre al 30.

A meno che non si ipotizzi di allargare la coalizione… ma qui entriamo nei contenuti pertinenti alla seconda domanda:  far tesoro degli errori passati… Proverò ad esplicarne alcuni consapevole di fornire una lettura soggettiva e parziale.

Il più rilevante: un partito non più radicato nel territorio e senza identità, incapace di parlare al cuore e al cervello delle persone … la pancia la lascio volentieri ai leghisti!

Immigrazione e sicurezza: praterie immense a disposizione del bestiame avversario.

Lotta alla povertà e inclusione sociale: relegati ai timidi tentativi dei governi precedenti

Economia e lavoro: quadri dipinti con opachi e stinti colori.

Al netto di metafore più o meno suggestive, ciò che ora conta è saper costruire un progetto credibile, attrattivo, come lo chiamano i tecnici della comunicazione per coloro che non si rassegnano alla deriva di questo paese e ambiscono ad un futuro migliore…

Ci si deve convincere che non basta dare degli incapaci/populisti e sovranisti/fascisti a chi ci governa. 

In campagna elettorale sono state indicate le priorità alternative all’azione di governo. Condivisibili, senza alcun dubbio!

Ma che incidenza possono avere formulate nel modo in cui le abbiamo fatte in questi tempi avvelenati da un clima di scontro, di rabbia, di boiate che strumentalizzano perfino i simboli religiosi, alimentati da una campagna elettorale senza fine nella quale è più importante andare nelle piazze anziché in Parlamento e le fake dettano legge?

Se ne può discutere in modo più marcato ed incisivo? Si può dire che l’immigrazione incontrollata costituisce un serio problema nel nostro e in altri Paesi? Che nessuno deve morire in mare cercando la salvezza? Che il nostro Paese, quelli che si affacciano sulla nostra sponda del Mediterraneo, o quelli che i migranti scelgono via terra sono da considerare porte europee aperte con regole e gestioni condivise?  Che è giusto avere più sicurezza nella consapevolezza che legittimare la violenza e le armi compromette le nostre coscienze e la serenità di vivere? Che il reddito di cittadinanza rende tutti, nel tempo, più poveri, a cominciare da chi lo percepisce? Che aumentare la spesa allargando il debito favorendo una decrescita felice in presenza di una stagnazione del PIL ai limiti della recessione, nel medio periodo ci porta sul lastrico. Che è incrementando il lavoro, gli investimenti, aiutando a trovare occupazione e garantendo ammortizzatori sociali a chi l’ha perso che si può tentare di risolvere il problema?

Discutere questi contenuti e farne un programma credibile. Il modo migliore di “sdebitarsi” con chi domenica ha votato PD. Facendo tesoro degli errori del passato. Cominciando dal non remare contro chi coordinerà questo non facile lavoro.

Giorgio Grossi

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