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Tubercolosi in una scuola di Rimini, Ausl: “Tre casi solo coincidenza, nessun allarme”

Secondo quanto riportato da un organo di stampa, dopo tre casi di tubercolosi nella stessa scuola elementare di Rimini fra i genitori si sarebbe diffuso il panico. Fino a mandare i figli in aula con la mascherina.

A queste notizie reagisce la Ausl Romagna, precisando che ogni allarme è del tutto ingiustificato, la situazione viene costantemente monitorata e soprattutto che non è la scuola ad essere la fonte dei contagi. Un’autentica fake new, poi, dei controlli che sarebbero stati limitati per ragioni di risparmio.

“L’indagine epidemiologica condotta tempestivamente dai servizi dell’Ausl Romagna – si legge nella nota della direzione – ha consentito di escludere che i casi siano collegati alla scuola, essendo stata individuata, per i due casi più recenti, la fonte del contagio in un contesto extrascolastico. Solo una coincidenza ha fatto sì che i tre casi si siano verificati nello stesso plesso scolastico. Ogni volta che si verifica un caso di tubercolosi è necessario attivare misure di prevenzione rivolte alle persone che hanno avuto contatti stretti e prolungati con la persona ammalata. Le misure di prevenzione si basano sull’individuazione precoce dell’infezione tubercolare attraverso il test di Mantoux e il successivo eventuale trattamento farmacologico”.

“Per i casi che hanno riguardato la scuola riminese, sono stati considerati contatti stretti, oltre ai familiari, i bambini e gli insegnanti della classe frequentata dalla persona ammalata ai quali è stato offerto il test di Mantoux nonché un ulteriore test di conferma. Non è infatti sufficiente frequentare lo stesso istituto scolastico per essere considerati a rischio di aver contratto la malattia: affinchè la trasmissione possa essere possibile occorre infatti che si sia verificata una esposizione prolungata e ravvicinata con il soggetto ammalato. Solo per questo motivo, in accordo con le linee guida internazionali e nazionali l’indagine non è stata estesa da subito a tutta la scuola. Solo successivamente, sulla base degli esiti della prima indagine, si deve valutare l’eventuale prosieguo che in questo caso non è necessario giacchè i controlli effettuati sul primo caso sono risultati negativi. In questi giorni è comunque in corso il primo girio di accertamenti sui compagni di classe degli ultimi due bambini”.

“Le persone che risultassero positive al test Mantoux non sono persone ammalate e non possono trasmettere la malattia. L’eventuale terapia farmacologica in questi consente di impedire all’infezione di diventare malattia. L’Azienda ci tiene a ribadire che i criteri che hanno guidato l’indagine sono esclusivamente clinico-scientifici e non hanno nulla a che vedere con questioni di ordine economico (risparmi) ne’ di qualsiasi altro tipo”.

“Contestualmente all’apertura dell’indagine, professionisti aziendali hanno provveduto, già nei giorni scorsi, ad incontrare i genitori ed i vertici scolastici, al fine di fornire le necessarie informazioni. Naturalmente ciò non toglie che non possano aver luogo ulteriori incontri chiarificatori. Va però decisamente rimarcato come la situazione non prefiguri, al momento, alcun allarme sanitario e come tutte le misure congrue siano state attivate”, conclude la direzione di Ausl Romagna.

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