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RiminiWellness: nella prima giornata i consigli di Marco Orsi e Gianmarco Tamberi

“Importanza dell’allenamento per il raggiungimento di risultati nello sport e nella vita”. Era il titolo del talk show col quale questa mattina ha aperto RiminiWellness, l’appuntamento più atteso dell’anno con fitness, alimentazione sana, sport, formazione e divertimento, organizzato da Italian Exhibition Group (IEG) alla fiera di Rimini e sul territorio fino a domenica. Alla tavola rotonda hanno preso parte Gianmarco Tamberi, campione del mondo indoor ed europeo di salto in alto e Marco Orsi, campione europeo e bronzo mondiale di nuoto in vasca corta, intervistati dalla giornalista sportiva di Mediaset Giorgia Rossi. 

Marco Orsi, per la prima volta come ospite a RiminiWellness, ha raccontato della sua giornata di allenamenti, dell’alimentazione da seguire pedissequamente e del suo soprannome “Bomber”: “Facendo distanze brevi per me la palestra è fondamentale e mi alleno 3 volte a settimana più altre attività fisiche. In acqua in generale mi alleno tutti i giorni dalle 7 alle 9 e faccio circa 5-6 km e poi nel pomeriggio di nuovo dalle 14.30 alle 17 per un totale di 12 km giornalieri e 13 allenamenti totali. Di pari passo va la cura dell’alimentazione che è una costante, anche se adoro i tortellini, da buon bolognese: me lo sono anche tatuato! Il mio soprannome? E’ nato ironicamente, perché non ero bravo a calcio, ma poi ho iniziato a fare le “bomberate” nel nuoto e da lì mi è rimasto”.

Gianmarco Tamberi, che dal 2011, dopo un successo, per scaramanzia gareggia con la barba tagliata a metà, ha parlato del suo mondo da atleta professionista e da nutrizionista di se stesso: “Sotto gara arrivo a pesare solo 75 kg, pur essendo alto 1 metro e 92, perché così posso essere il più possibile leggero. Non ho quindi bisogno di fare pesi, ma di puntare sulla qualità per non sollecitare troppo le articolazioni, causa dei infortuni molto frequenti: a me è successo nel 2016, quando mi sono rotto la caviglia dopo aver superato il record italiano di 2 metri e 39 cm. Le prestazioni, così come la ripresa dalle difficoltà, avendo obiettivi a distanza di anni come le olimpiadi, sono al 70% legate alla condizione mentale e per questo seguo uno psicologo dello sport. Credo che sia fondamentale, nella vita in generale, ma soprattutto per gli sportivi. Non è un segno di debolezza, come spesso viene inteso, ma è un plus che può aiutare. Ma ciò che mi aiuta di più è il calore del pubblico che sento prima di saltare: mi dà la forza, è come se fossimo in 80mila a saltare l’asticella!”.

Per Giorgia Rossi, lo sport non è solo il perno delle interviste, ma è anche una costante della vita privata: “Pur lavorando 9 o 10 ore al giorno, mi alleno sempre 2 o 3 volte a settimana. Ultimamente faccio Crossfit “light” e seguo un’alimentazione controllata con proteine in giusta quantità, oltre a una buona dose di integratori. Ho un personal trainer per gli allenamenti, e sono d’accordo con Tamberi sull’importanza dello psicologo, nello sport e nella vita quotidiana”.

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