Cristina Belletti risponde all’intervento di Nando Fabbri su Chiamamicitta.it:
Caro Nando, non si può sempre cadere in piedi. Quando si sbaglia si azzera tutto e poi si riparte.
Ricordo molto bene le tue considerazioni e faccio un’attenta valutazione dei fatti, da novembre dello scorso anno a marzo 2019. La responsabilità soggettiva è sicuramente alta e qualcuno si deve far carico di tutto questo. Posso immaginare che dopo la terza volta che perdi le elezioni diventi difficile trovare le parole per giustificare i fatti, ma io c’ero, ed ho seguito attentamente il tuo progetto con molta difficoltà.
Anche nel tuo ultimo intervento si fa fatica a comprendere cosa sono le “relazioni lunghe”. Ma quello che lascia senza parole è “abbiamo messo in piedi un percorso di alternativa seria al centrodestra provando ad allargare l’area del centrosinistra”.
Tutto questo l’abbiamo fatto mettendo come unico simbolo nazionale “Italia in Comune” sconosciuto ai più e bocciato pesantemente alle elezioni Europee. La realtà è che la parola l’hanno espressa quegli elettori che lo stesso giorno hanno votato per una coalizione formata solo da liste civiche indicando le preferenze dei candidati consiglieri del PD alle amministrative sulle schede delle Europee. Perché lì c’era un simbolo che riconoscevano e che hanno sostenuto con oltre il 20% del consenso elettorale.
E ricordo anche nelle varie direzioni comunali dove hai sottolineato con assoluta certezza che se si fosse andati con il simbolo avremmo perso sicuramente. Abbiamo perso, anche senza simbolo, e chi ha perso è quel PD che tu rivendichi come il tuo partito, che non ha preso il 33% ma soltanto il 10%. Ecco perché non ci sarebbe nulla da dire, solo un omertoso silenzio potrebbe aiutare a capire.
Ed ora andiamo avanti, sostenendo Andrea Silvagni, Gabriele Bucci e gli altri ragazzi in consiglio comunale nell’opposizione a questa amministrazione.
Cristina Belletti