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Rimini, Red Joan al cinema Fulgor

Per questo fine settimana cinematografico Chiamamicitta.it segnala Red Joan del regista inglese Trevor Nunn, che verrà proiettato al Cinema Fulgor di Rimini alle ore 16:30, 18:30 e 21:00.

A poche settimane dalla terribile notizia che Giulio Regeni fu sequestrato dagli egiziani perché credevano fosse una spia inglese, arriva nelle sale cinematografiche italiane una spy story – questa sì – in tutto e per tutto britannica.

La vita tranquilla della pensionata Joan Stanley (Judi Dench) viene all’improvviso sconvolta dall’MI5, che la arresta con l’accusa di spionaggio e alto tradimento ai danni della Corona: la docile vecchietta avrebbe consegnato, molti anni prima, segreti militari all’URSS durante la Seconda Guerra Mondiale. Nell’incalzante interrogatorio che segue l’arresto verranno in superficie, dopo quasi cinquant’anni, la sua vera identità e le ragioni che la mossero a vendersi ai Sovietici.

Dopo più di vent’anni da La 12esima notte (1996), il regista teatrale Trevor Nunn – direttore sia della Royal Shakespeare Company che del Royal National Theatre – si riaffaccia nel mondo del cinema, dopo essersi a lungo dedicato ad altre espressioni artistiche.

Trasposizione cinematografica dell’omonimo romanzo di Jennie Rooney, a sua volta tratta dalla vicenda storica di Melita Norwood, Red Joan ha disatteso però molte delle aspettative che si erano create di fronte alla notizia del ritorno di un autore del calibro di Nunn dietro la cinepresa.

L’impressione che se ne ha, a caldo, è quella che l’autore inglese snobbi fin troppo la settima arte, giocando al ribasso rispetto a quelle che sarebbero le sue potenzialità: scolastica e didascalica è la sua messinscena, che gioca a ping pong tra l’interrogatorio e dei banali flashback sulla giovinezza della donna: nonostante si ispiri a fatti reali, non si sente davvero nulla di pulsante in questa sbiaditissima trasposizione, di certo non rinvigorita dalla superficiale sceneggiatura di Lindsay Shapero.

Che il cinema sia spesso un’arte più semplice e limitata della letteratura, lo sapevamo già. Ma Nunn stavolta sembra essersi fatto prendere un po’ troppo la mano, forse incalzato eccessivamente dai suoi collaboratori a non complicarsi troppo la vita, come invece riesce meravigliosamente a fare nelle sue pièces teatrali.

Edoardo Bassetti

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