Alzare gli occhi al cielo e perdersi nell’infinito. Scrutare l’universo per provare a capire cosa succede nello spazio. È quello che ci chiediamo tutti ma, soprattutto, che si chiedono, ormai dal 1978, tutti quelli che fanno parte dell’Associazione Osservatorio Gruppi Astrofili Niccolò Copernico di Saludecio. Gianfranco Lollino, 62 anni, da Rimini, ricopre la carica di presidente di questo centro dal 1993. Ed è proprio lui a spiegare l’importanza del lavoro fatto dagli astrofili di questa associazione nel corso di questi 40 anni.
Da quanto fa parte di questo Osservatorio?
«Faccio parte del gruppo storico dei soci fondatori che, nel 1977, iniziarono i lavori di restauro della vecchia casa colonica concessa in comodato d’uso dall’allora parroco di Saludecio. Il 27 luglio del 1978, alla presenza di tutte le autorità locali, abbiamo inaugurato la struttura. All’epoca, quasi ventenne, dopo un percorso personale da astrofilo dilettante, ho potuto consolidare le mie competenze all’interno del Gruppo Astrofili, occupandomi della fotografia astronomica, come tecnico di camera oscura, del miglioramento meccanico e ottico del telescopio principale e portando avanti insieme ad altri colleghi i programmi di ricerca e monitoraggio di asteroidi, comete e supernovae, ovvero le stelle che esplodono nelle galassie».
Perché è nato?
«L’esigenza di costruire un osservatorio nasce per tanti motivi, l’entusiasmo di creare una sede idonea per ritrovarsi ed osservare il cielo, lontano dalle luci della città; dalla possibilità di evolvere da un punto di vista tecnico e tecnologico per arrivare a risultati capaci di contribuire alla scienza astronomica e, non ultimo, al desiderio di condividere con appassionati e visitatori le meraviglie della volta celeste, creando un vero e proprio centro di divulgazione astronomica. Da allora, il nostro osservatorio è sempre stato aperto, il sabato, ai curiosi ed appassionati, tutto l’anno».
Da quante persone è composto il gruppo?
«Il gruppo Copernico è composto da un Direttivo di 5 persone e da un gruppo astrofili per un totale di 15 figure che danno il proprio contributo in maniera volontaria».
Quali attività portate avanti?
«In questi anni, oltre ai programmi di ricerca attivi e avviati da anni, come la ricerca di asteroidi e supernove, l’attività principale è la divulgazione. Dedichiamo ai nuovi associati tutti i sabati sera, tutto l’anno dalle ore 22:00 e poi organizziamo eventi e manifestazioni, ormai divenuti di riferimento nel panorama nazionale ed estero. Da due anni ci siamo dotati di un planetario gonfiabile di 6 metri di diametro, capace di ospitare oltre 40 persone. Il proiettore digitale è in grado di riprodurre la volta celeste e proiettare video in full dome, a 360 gradi, con una immersività davvero unica. Il planetario è uno strumento didattico straordinario e itinerante, dedicato principalmente alle scuole di ogni ordine e grado. Generalmente viene installato nel parco dell’osservatorio ma, su richiesta, è possibile trasportarlo facilmente in ogni dove».
Come riuscite a sostenervi?
«Ci sosteniamo con il tesseramento dei nuovi associati che coinvolgiamo tutto l’anno con le iniziative culturali e didattiche. Mentre per progetti finalizzati chiediamo il contributo ad Enti pubblici e/o privati, che otteniamo raramente e con molte difficoltà».
Quanti centri ci sono come il vostro in Italia?
«Di osservatori con strumenti analoghi ne esistono molti, difficilmente quantificabili al momento. La Regione Emilia Romagna ha una grande densità di appassionati ed osservatori, ma molto spesso questi centri sono gestiti da appassionati o da Enti comunali che svolgono solo attività didattiche molto circoscritte. Il nostro, con i suoi 41 anni di attività, è l’unico osservatorio della provincia di Rimini. Esistono altre associazioni astrofili in Romagna, con strumenti amatoriali, a Sogliano ed a Savignano».
Collaborate anche con associazioni del territorio?
«Sì, ci siamo impegnati in alcune occasioni per aggregare e coinvolgere altre Associazioni Astrofili della Romagna, con lo scopo di unire le voci per far emergere e dare forza alla nostra comunità in occasione di alcuni eventi organizzati anche a livello nazionale come, per esempio, “M’illumino di Meno”, la nota trasmissione radiofonica Caterpillar di Rai Radio2, che ogni anno si svolge tra febbraio e marzo. La collaborazione è nata per fare fronte comune contro l’inquinamento luminoso, un tema che ci sta particolarmente a cuore e contro il quale lottiamo quotidianamente, cercando di far rispettare la legge regionale che sulla carta dovrebbe imporre la protezione dalle luci del nostro osservatorio per un raggio di 15 Km».
Quale obiettivo vorreste raggiungere in futuro?
«Gli obiettivi da mantenere, anzi semmai da implementare sono legati alla ricerca astronomica, attività che dal 1990 viene condotta per la ricerca di asteroidi ed il miglioramento dei loro elementi orbitali, e il monitoraggio di 3000 galassie alla ricerca di eventi di supernovae. Attualmente siamo impegnati nel miglioramento del telescopio principale per il quale siamo sempre alla ricerca di fondi per implementarne la dotazione ottica e meccanica al fine di adeguarlo alle continue innovazioni e soluzioni tecnologiche. Un’importante novità di quest’anno riguarda l’acquisizione di un nuovo e sofisticato telescopio, di tipo Cassegrain da 300 mm di diametro, per lo studio e le riprese fotografiche dei pianeti».
Chi l’ha inventato?
«Lo strumento è stato ideato e realizzato da un nostro collega Astrofilo che vive in Olanda e prevediamo di renderlo operativo entro la fine del 2019. Questo strumento ci permetterà di implementare l’attività di ricerca ottica, con l’auspicio di ottenere una maggior tutela da parte dei comuni e della comunità che vive intorno al nostro osservatorio, per riuscire a diminuire e mettere a norma di legge l’illuminazione sia pubblica che privata. Il problema dell’inquinamento luminoso come già accennato, è una vera spina nel fianco per la comunità astronomica. Crediamo che solo una corretta informazione ed un acculturamento in materia, insieme all’impegno delle amministrazioni comunali, possa arginare questo dilagare incomprensibile quanto inutile aumento dell’illuminazione pubblica e privata».
L’altro invece?
«L’altro grande obiettivo per il quale ci stiamo impegnando, riguarda la creazione di un Parco Tematico astronomico e astronautico, unico nel suo genere sul territorio nazionale. L’idea è nata come un naturale ed obbligato percorso evolutivo legato alla nostra ultradecennale attività di divulgazione. Quindi il progetto è quello di creare un luogo in seno al nostro osservatorio, dove coinvolgere in maniera emozionale, scientifica ma anche ludica spettatori di ogni età ed estrazione culturale, mettendoli a contatto con la più antica e madre di tutte le scienze come l’astronomia. Abbiamo sviluppato anche altri programmi di ricerca, per così dire “di confine, occupandoci di strani e non identificati fenomeni luminosi che da tempo immemorabile si manifestano lungo la costa romagnolo-marchigiana».
Di che cosa si tratta esattamente?
«Il “CROSS Project”, programma di ricerca fondato nel 2000 in seno al nostro osservatorio, si è prefissato di studiare da un punto di vista epistemologico, scientifico il fenomeno, che ha precedenti in molti altri luoghi sulla Terra. Anche in questo caso ci siamo avvalsi della collaborazione di astrofisici ed ingegneri del dipartimento IRA-INAF del radiotelescopio di Medicina, in provincia di Bologna, con i quali abbiamo condiviso protocolli di indagine e strumentazione, per tentare di dare delle risposte concrete al fenomeno. Negli ultimi anni, alcuni ricercatori stanno valutando l’ipotesi che alcuni di questi fenomeni luminosi possano avere una qualche relazione con l’attività sismica del nostro territorio. Vengono chiamati precursori sismici e rappresentano una ricerca di frontiera nella scienza della terra. L’Osservatorio Copernico è tutto questo ed altro ancora. Una fucina di idee che ha solo bisogno di incontrare la disponibilità e la volontà realizzativa. Riteniamo che questa ricchezza per il nostro territorio vada ascoltata e sostenuta per il bene della collettività».
Per ulteriori info: www.osservatoriocopernico.it oppure la pagina Facebook Osservatorio Astronomico N. Copernico
Nicola Luccarelli