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Secessione Montecopiolo e Sassofeltrio al Senato. Contrarie le Marche, cauta l’Emilia-Romagna

Questa mattina la Commissione Affari costituzionali è in audizione con tutti i protagonisti del disegno di legge di legge relativo al distacco dei comuni di Montecopiolo e Sassofeltrio dalla regione Marche e loro aggregazione alla regione Emilia-Romagna. Sono presenti i rappresentanti delle due Regioni, delle Province, delle Camere di Commercio, dei comuni interessati e dei comitati dei referendum.

Il disegno di legge è stato approvato alla Camera dei Deputati ed ora è all’esame del Senato. In aprile il presidente della Regione Marche, Luca Ceriscioli,  ha scritto al Presidente del Senato per chiedere di fermare l’iter di approvazione della legge.

Nell’audizione il presidente Ceriscioli ha ribadito “la volontà delle Marche di fermare l’iter e tornare a coinvolgere i territori ascoltando la loro voce. La Regione chiede al governo la sospensione per motivi di illegittimità e di opportunità dell’iter legislativo del disegno di legge finalizzato al distacco dei due Comuni, l’indizione di un nuovo referendum, la costituzione di un tavolo istituzionale per la revisione degli ambiti territoriali delle Regioni e, in attesa di proposte organiche di revisione, l’interruzione dell’iter delle modifiche territoriali, come è avvenuto nel caso di Cortina d’Ampezzo.

Secondo Ceriscioli infatti, gli effetti che derivano dalla separazione dei Comuni non si esauriscono nel mero passaggio da una Regione all’altra, ma nella riorganizzazione di tutte le attività amministrative connesse, con le relative conseguenze economiche. La variazione comporterebbe ripercussioni su molteplici servizi, come l’ambito sociale, il distretto sanitario, il ciclo dei rifiuti, il ciclo idrico integrato, la gestione dei beni demaniali e forestali nel monte Carpegna, che verrebbe diviso fra due Regioni, la gestione degli impianti sciistici di Montecopiolo, finanziati con fondi della Regione Marche, oltre ad altre ripercussioni dal punto di vista socioeconomico, per i cittadini e per le imprese. Per ciò che concerne l’opportunità di proseguire nell’iter legislativo intrapreso, il Presidente sottolinea che una larga parte della popolazione residente ha espresso, con la sottoscrizione di una petizione firmata da oltre mille cittadini, la volontà contraria al distacco.”

Per la Regione Emilia Romagna è intervenuta l’assessore al Bilancio Emma Petitti. Nel suo intervento ha ripercorso il dibattito in Assemblea Legislativa ed “in particolare il parere favorevole alla richiesta di aggregazione dei due Comuni alla Regione Emilia Romagna, tenuto conto della volontà popolare espressa a seguito della procedura referendaria. Parere riconfermato, all’unanimità, il 9 marzo del 2016 pur richiamando esplicitamente la necessità di conoscere l’intendimento della Regione Marche”.

“Come Regione Emilia-Romagna – ha proseguito l’assessore Petitti – guardiamo con profondo rispetto il confronto interno alle comunità locali in oggetto e tra queste e la Regione Marche, rispetto al quale non abbiamo inteso in alcun modo intervenire, astenendoci da qualsiasi presa di posizione. Né abbiamo inteso e intendiamo sindacare rispetto agli orientamenti che gli Enti Locali e la Regione Marche potranno ulteriormente assumere in proposito. Pertanto, rimaniamo in attesa della decisione parlamentare anche a seguito delle audizioni in corso.”

Nel suo intervento la Regione Emilia Romagna non nasconde il lavoro e le difficoltà da superare “per traghettare (permettetemi il termine) cittadini ed imprese da un sistema normativo ed amministrativo ad un altro”. “Rileva considerare, più in generale, come queste migrazioni abbiano sempre, direttamente e indirettamente, un impatto di un certo rilievo nell’organizzazione dei servizi e delle politiche tanto per le Regioni quanto per le Province coinvolte, finendo per incidere sugli ambiti e sugli assetti anche dei Comuni non direttamente coinvolti; e questo vale sia per le Regioni e i sistemi locali di provenienza come per quelli di approdo. Cogliamo pertanto questa occasione per richiamare l’attenzione di questa Commissione su due esigenze.  La prima è quella di approfondire in modo sistematico i motivi che stanno inducendo tali richieste di modifica dei confini regionali, al fine di verificare se una politica più attenta e coordinata, tra Stato e Regioni, di sostegno ai comuni delle zone di confine regionale e/o inseriti nelle cosiddette “aree interne”, possa prevenire e contribuire a far rientrare quelle ipotesi di migrazione motivate dalla speranza di superare la condizione, reale o percepita,  di marginalità orografica e/o infrastrutturale attraverso un cambio di confine amministrativo e relativo quadro normativo e organizzativo”.

La Regione Emilia Romagna ritiene anche utile un ripensamento delle procedure per il distacco di comuni da una Regione ed il passaggio ad un’altra.

E’ intervenuto inoltre in Senato il presidente della provincia di Rimini Riziero Santi, che ha espresso pieno rispetto per l’esito dei referendum popolari che hanno chiesto il distacco dei Comuni di Montecopiolo e Sassofeltrio dalla Regione Marche e la loro aggregazione alla Regione Emilia-Romagna, “comprendendo però al contempo e rispettando le posizioni di chi, nelle istituzioni e fra i cittadini, ha lottato e lotta per mantenere i due comuni nelle Marche e alla Provincia di Pesaro-Urbino”.

Santi ritiene fondamentale che la decisione venga composta e trovata nell’ambito dell’iter istituzionale, cercando il pieno accordo fra le istituzioni coinvolte. La Provincia di Rimini e la Romagna sono terre ospitali e qualora l’iter dovesse condurre infine all’aggregazione alla Regione Emilia-Romagna dei due Comuni, questi saranno i benvenuti, come già lo furono dieci anni fa i sette Comuni dell’Alta Valmarecchia, nella consapevolezza che se da un lato ragioni storiche, culturali e sociali determinano una continuità del territorio dei due Comuni con la Romagna, non sono però i passaggi da una Regione o da una Provincia ad altre che risolvono i problemi di un territorio e determinano il loro sviluppo e l’efficienza dei servizi, e di questo bisogna essere tutti consapevoli. Gli enti locali vivono un momento di grande difficoltà che va affrontata con un processo di riforme capace di dare certezze economiche e punti di riferimento chiari e vicini ai territori.

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