La provincia, “casa dei comuni”, deve tornare a pensare ed a pianificare, con i comuni e per i comuni. In particolare questo vale per la mobilità, tema non relegabile dentro i confini comunali. Il territorio riminese è saturo di auto e troppo spesso il sistema di viabilità va in crisi, lo abbiamo visto anche questo fine settimana.
Vanno rilanciate ed implementate le indicazioni già presenti nel Piano Territoriale di Coordinamento del 2008 che la nuova legge urbanistica ci indica di aggiornare e adeguare alle nuove normative. Già da allora si puntava su forme innovative di trasporto collettivo e sostenibile: trasporto pubblico, car sharing, sistema di piste ciclabili.
Non v’è dubbio che il percorso sia stato (troppo) lungo e tortuoso, ma oggi possiamo dire che con la realizzazione di MetroMare la provincia di Rimini si colloca a pieno titolo dentro il processo virtuoso di modifica del modello di sviluppo in senso ambientalista, ed è pronto a raccogliere le sfide e le opportunità del futuro.
Un recente studio della Cassa depositi e prestiti sulla mobilità urbana in Italia denuncia i ritardi nel settore del Trasporto pubblico, sia nella dotazione di impianti fissi (metro e tranvie), sia per la vetustà della flotta di bus rispetto alla media europea, mentre gli investimenti per la mobilità producono impatti rilevanti, sia nella qualità della vita che nel sistema economico che sui livelli occupazionali.
Si stimano 110.000 unità di lavoro aggiuntive l’anno (0,5% dell’occupazione totale. Se l’innovazione tecnologica trasforma le professioni e richiede meno manodopera l’implementazione del Tpl risponde ad una domanda di trasporto collettivo in continuo aumento e crea nuova occupazione di massa.
Il 71% degli italiani vive nelle aree urbane del paese (presto si arriverà al 78%), di questi l’88,5% si sposta mediamente ogni giorno. Il 60% si muove in auto provata ma cresce sempre più la domanda del mezzo collettivo, e cresce anche in ragione della risposta in termini di quantità e qualità dei servizi.
La ricerca ci dice anche che cresce la mobilità non sistemica, quella occasionale, per svago, fruizione di servizi, lavoro non su sedi fisse, con ripercussioni notevoli nella gestione dei flussi di traffico (es. eventi in riviera).
Inoltre la domanda sta’ evolvendo verso modalità “dolci”, più che “lente”, visto che la lentezza il più delle volte dipende dalla congestione del traffico e non dalle prestazioni del mezzo. Crescono gli spostamenti in bici, dal 3,6 al 5,2, a piedi, dal 17,4 al 22,3, trasporto pubblico, dal 6,1 al 7, calano gli spostamenti con auto e moto.
Tornando al PTCP esso promuove il recupero di spazi pubblici alla mobilità ciclo pedonale attraverso la qualificazione di spazi urbani oltre che l’adozione di misure e strategie a favore delle utenze deboli come la diffusione del bike sharing e misure di calmierazione del traffico nei contesti urbani.
Occorre pertanto sempre più sostenere l’utilizzo della bicicletta per le attività legate alla fruizione turistica e ricreativa del territorio sia come mezzo di trasporto per gli spostamenti quotidiani e di breve percorrenza. Bici sempre, non solo per svago. Riprenderò in mano anche il “BICI PLAN – Piano Ciclabile provinciale” per ripartire da lì: pianificare e contribuire, nel dialogo con i comuni e con i cittadini, a creare una cultura della mobilità dolce e sostenibile.
Riziero Santi
Presidente della provincia di Rimini