Un medico, nei dettagli un ortopedico operativo al Pronto Soccorso di Rimini e un ex-broker, un 58enne residente nella provincia del capoluogo romagnolo. Soci in affari dai contorni assai criminosi, nei dettagli, frode assicurativa e corruzione per atti contrari ai doveri d’ufficio. E menti operative di una batteria criminale composta in tutto da 14 persone. Le persone agli arresti domiciliari sono Ivan Casadei, 58 anni, ex broker assicurativo residente a Montescudo-Montecolombo; il medico ortopedico del pronto soccorso dell’ospedale di Rimini Alberto Poce Tucci, 62 anni, di origine romana, residente a Riccione (difeso dall’avvocato Gianluca Brugioni) e Salvatore Pascarella, 36anni, nato ad Aversa (Caserta) difeso dall’avvocato Giuliano Renzi.
Nei loro confronti, nelle prime ore della mattinata odierna, 12 aprile 2019, nei comuni di Rimini, Riccione, Montescudo Montecolombo, Santarcangelo di Romagna, Bellaria, Borghi e Longiano, i militari dei Comandi Provinciali Carabinieri e Guardia di Finanza di Rimini hanno dato esecuzione ad un’ordinanza applicativa di misure cautelari personali e reali emessa in data 4 aprile 2019 dal G.I.P. del Tribunale di Rimini, su richiesta di questa Procura della Repubblica. In particolare, medico, ex broker, e un trentaseienne campano con precedenti penali sono attualmente agli arresti domiciliari.
Nell’ambito dell’operazione, ribattezzata “Rischio Zero”, è stato inoltre portato a termine un sequestro preventivo “per equivalente” di beni e disponibilità finanziarie per complessivi 413.000,00 euro nei confronti di 14 indagati.
Le indagini, avviate nel febbraio 2017 e durate fino al febbraio 2018, sono state condotte, sotto il coordinamento di quest’Ufficio, dai militari del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale Carabinieri di Rimini, in stretta sinergia con quelli del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria della Guardia di Finanza e delle Sezioni di Polizia Giudiziaria dei Carabinieri e della Guardia di Finanza in servizio presso questa Procura della Repubblica.
IL MODUS OPERANDI DELL’ORGANIZZAZIONE CRIMINALE.
I fatti risalgono al periodo 2013 – 2018, e in concreto gli inquirenti si sono soffermati sin dall’inizio delle indagini sulle plurime assicurazioni contratte dai clienti per i medesimi rischi derivati dai danni potenziali dovuti a incidenti come cadute dalle scale o dalla bicicletta. Tutti falsi infortuni di varia natura in grado di originare indennità risarcitorie truffaldine soggette a illecita duplicazioni a beneficio dei contraenti. Spicca tra loro il 36enne campano con precedenti penali, un “pluri infortunato”, nella vicenda emersa durante l’operazione “Rischio Zero”. Premessa importante: chi stipulava le molteplici polizze versava in condizioni economiche di estrema difficoltà, un elemento, questo, che ha insospettito e non di poco i titolari dell’indagine.
Le competenze in campo assicurativo dell’ex broker garantivano all’organizzazione criminale di aggirare facilmente i paletti normativi in materia. Il medico ortopedico, invece, rilasciava false dichiarazioni all’interno del suo ambulatorio, al Pronto Soccorso di Rimini. Ma quali meccanismi regolavano la divisione degli introiti della truffa? In sintesi, non dichiarando l’esistenza delle varie e diverse polizze, gli infortunati intascavano più premi contemporaneamente dividendo la somma con il broker. Al medico invece i certificati venivano pagati da 200 a 1000 euro.
L’attività investigativa ha inoltre permesso di scoprire che al Pronto Soccorso i finti infortunati riuscivano a saltare la fila e venivano esentati dal pagamento del ticket in cambio di regalie di vario tipo. Dell’attività illecita condotta dal medico gli inquirenti sono venuti a conoscenza diretta grazie alle analisi video ambientali condotte direttamente dentro l’ambulatorio. Di grande utilità sono stati i servizi di controllo e pedinamento e in particolare la perquisizione dell’abitazione dell’assicuratore e l’analisi dell’hard disk rinvenuto tra le mura domestiche sequestrato dalla polizia giudiziaria. Il materiale rinvenuto ha permesso agli inquirenti di scoprire che l’ex broker era capace di agire in maniera meticolosa e precisa redigendo documenti che comprovavano con descrizioni accurate e minuziose i dolori accusati dai falsi infortunati.
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