Anche l’Università di Bologna e Crèdit Agricole entrano del Piano Strategico di Rimini. L’annuncio oggi durante il rendiconto di 12 anni di lavoro, da cui si riparte per il prossimo traguardo: anno 2039. La banca e l’ateneo fanno parte del tavolo che definirà le scelte strategiche di Rimini per i prossimi vent’anni, assieme a Comune, Provincia, Fondazione Carim, Camera di Commercio.
Un Piano Strategico, quello di Rimini, che ha fatto scuola e fa gonfiare il petto a tutti i protagonisti alle parole dell’assessore regionale Raffaele Donini: “Rimini vince tutti i bandi. E il suo piano è un caso davvero unico, tant’è che lo abbiamo usato per ispirare la Legge urbanistica regionale”.
Caso unico in Italia e non scontato, come sottolinea il presidente Maurizio Ermeti, di uno strumento di programmazione che produce risultati concreti. Quanto concreti lo dicono i numeri dei finanziamenti intercettati, i bandi, appunto: 110 milioni di euro in circa 5 anni. Per le infrastrutture come le fogne del PSBO, ma anche per la cultura e il welfare. E poi la partecipazione: “Sono state 10 mila le persone che hanno partecipato a vario ttitolo al Piano”, ricorda il sindaco Andrea Gnassi.
Ora si andrà avanti con oltre 300 interviste a stakeholders vecchi e nuovi, co-progettazione con le scuole, un questionario on-line per cittadini e visitatori, un ufficio “strategico” temporaneo visitabile fino all’estate e attrezzato per raccogliere idee e proposte dai cittadini: “Un gaming collettivo su Rimini da realizzarsimediante crowdsourcing di idee e proposte dei cittadini e dei turisti”.
In una una seconda fase, la costituzione di un Comitato scientifico e l’avvio di laboratori tematici partecipati riguardanti i nuovi ambiti di intervento sui quali Rimini e il suo territorio indirizzeranno il proprio sviluppo futuro. La conclusione delle attività di elaborazione è prevista per l’inizio dell’estate 2020 quando saranno condivisi e i nuovi progetti che la comunità riminese avrà individuato come strategici per i prossimi vent’anni.
All’Urp del piano terra di Palazzo Garampi in piazza Cavour è stata realizzata una mostra che racconta il passato il presente e il futuro di questo strumento da cui sono partite tante trasformazioni, fisiche e non, che hanno interessato Rimini e il suo territorio negli ultimi anni.
Alla presentazione sono intervenuti i rappresentanti di tutti gli enti coinvolti nel Comitato promotore del Piano Strategico, a cominciare da Maurizio Ermeti, Presidente del Forum Piano Strategico, che è stato accompagnato nella sua illustrazione dall’Assessore regionale Raffaele Donini, dal Presidente della Provincia, Riziero Santi, dal Sindaco di Rimini, Andrea Gnassi, dal Vice Presidente della Camera di Commercio della Romagna, Fabrizio Moretti, e dalla Presidente della Fondazione Cassa di Risparmio, Linda Gemmani. A rappresentare le new entry, il prof. Sergio Brasini, per l’Alma Mater Studiorum Università di Bologna – Campus di Rimini, e il Direttore Generale Romagna di Crédit Agricole, Massimo Tripuzzi.
Il Piano Strategico è uno strumento di programmazione a medio-lungo termine che, sulla base di una visione e di una missione individuate per il futuro, identifica precisi obiettivi strategici e linee di azione da perseguire. Nato in ambito militare, e poi estesosi al mondo aziendale, si è diffuso in Europa a partire dagli anni Ottanta come strumento applicabile anche alle politiche di governo territoriale per definire gli indirizzi di sviluppo di una determinata città o area vasta e, conseguentemente, impostare politiche, programmi e progetti. Molte le città europee che hanno pianificato con successo il proprio sviluppo utilizzando questo strumento: da Helsinky a Bilbao, da Barcellona ad Amsterdam.
Per questo, nell’ormai lontano 2007, Rimini decise di ispirarsi a questi esempi e di intraprendere la stessa strada dando avvio a un Piano strategico partecipato. In due anni, dal 2008 al 2010, centinaia di persone lavorarono negli edifici della vecchia Fiera, divisi in gruppi di lavoro tematici, che produssero una visione condivisa, 5 ambiti strategici di intervento e 60 indicazioni di progetti da sviluppare. Visione e progetti poi contenuti all’interno del Documento di Piano e declinati poi nel Master Plan Strategico, a livello urbanistico, e in altri strumenti di pianificazione settoriale.
Dal Piano di Salvaguardia della Balneazione al progetto Parco del Mare; dallo spostamento del Mercato alla riqualificazione di Piazza Malatesta, dalla rigenerazione dell’area adiacente al Ponte di Tiberio e del Porto Canale alla nuova area stazione; dagli interventi sulla mobilità al welfare delle capacità; dalla Rimini Romana a Rimini Innovation Square: tanti i progetti, materiali e non, che da questo percorso partecipato hanno preso avvio e si sono tradotti in azione attraverso gli strumenti di pianificazione settoriale.
Progetti che non hanno riguardato solo la città, ma anche il territorio più allargato, ad esempio, attraverso il Piano Strategico Valmarecchia e il Contratto di Fiume Marecchia, all’interno dei quali è nato il percorso che ha condotto alla costruzione del nuovo GAL Valli Marecchia Conca, che tanti e importanti finanziamenti sta portando al nostro territorio interno.
Ora però i cambiamenti incalzano – Gnassi: “Avevamo pensato alle fogne e alla depurazione per l’emergenza mare, ma il clima cambia e lo abbiamo adeguato al rischio allagamenti” – riflettendosi anche sul territorio riminese e sui suoi abitanti: i meccanismi della globalizzazione, le dinamiche sociali, le tendenze demografiche, i flussi migratori, la crisi ambientale globale, la rivoluzione tecnologica, i nuovi modelli economici.
Ecco perché, per rendere le previsioni e i contenuti del Piano Strategico più funzionali e coerenti con le trasformazioni del contesto, i promotori lanciano “una nuova fase di riflessione collettiva che aiuti la nostra comunità a costruire il proprio futuro sempre utilizzando un approccio strategico e sviluppando una visione condivisa”.
Sempre il sindaco di Rimini: “Mentre tanti governi decidono di non decidere, sono le città a fare i cambiamenti. Di fronte all’emergenza del clima, Milano ma anche Rimini hanno ridotto la quota di auto da 65 a 51 per ogni 100 abitanti. Ora Milano vuole arrivare a 35: questa sono le sfide se non vogliamo affogare nel PM10”.
E Maurizio Ermeti: “Se il primo Piano strategico si è concentrato principalmente sulle trasformazioni fisiche, e quindi sulla urbs, la città fisica come la definisce il professor Stefano Zamagni, oggi l’attenzione dovrà sempre di più anche sul piano della civitas, cioè la comunità di persone che vivono, abitano e arricchiscono con la loro esistenza il valore di Rimini e del suo territorio. Quindi ci rimettiamo in gioco verso il nuovo orizzonte del 2039 chiamando a contribuire chiunque abbia voglia di dare una mano e di esprimere le proprie idee per tracciare il futuro della Rimini che verrà”.
Per informazioni e per partecipare al Piano Strategico Rimini Venture 2019-2039:
www.riminiventure.it – www.agenziapianostrategico.it
piano.strategico@comune.rimini.it