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Caos targhe, Di Maio (PD): “Governo imbarazzante, nessuna risposta ai cittadini”

Continua il caos targhe estere scoppiato dopo il “pacchetto sicurezza” che coinvolge numerosi automobilisti della provincia di Rimini e di Pesaro Urbino con il contrassegno sammarinese.

“La risposta che il Governo ci ha fornito in Aula alla Camera attraverso le parole del sottosegretario Jacopo Morrone è a dir poco imbarazzante”, attaccano il deputato romagnolo Marco di Maio e la marchigiana Alessia Morani del Partito Democratico.

“Di fronte ad un quesito specifico in cui si chiedeva se e quali iniziative specifiche il Governo volesse adottare per affrontare il problema dei cittadini italiani che, per lavoro, per studio o per ragioni familiari e personali, circolano in Italia con auto aventi targhe straniere, il sottosegretario si è limitato a leggere testualmente la norma. E’ evidente che non era preparato e che il Governo non ha alcuna intenzione di affrontare il problema che riguarda quasi 6 mila lavoratori frontalieri che hanno rapporti con San Marino e altre migliaia di persone residenti nelle province di confine”, proseguono i due parlamentari, che hanno presentato una interrogazione sugli effetti particolarmente negativi del decreto sicurezza sul punto che riguarda il divieto assoluto di circolare con auto aventi targa straniera sul suolo italiano.

“Abbiamo premesso di condividere la battaglia contro l’esterovestizione – affermano – ossia quella pratica usata dai ‘furbetti’ che non vogliono pagare le tasse in Italia; ma qui stiamo parlando di cittadini, studenti, lavoratori dipendenti e imprenditori, che subiscono multe da 700 a 2800 euro col rischio di sequestro del veicolo perché guidano un’auto aziendale, perché magari hanno attività all’esterno o vi si trovano momentaneamente per ragioni di studio. Oppure perché fanno parte di famiglie composta da cittadini italiani e stranieri”.

“E’ giusto che queste persone vengano trattate come se fossero delinquenti qualsiasi? Noi pensiamo di no, ma evidente il sottosegretario Morrone e il ministro Salvini, che nelle scorse settimane aveva già fatto capire non voler intervenire sul punto, la pensano diversamente”, concludono Di Maio e Morani.

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