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Rimini, domani i 5 Stelle “invadono” il consiglio comunale contro l’aumento Irpef

Il MoVimento 5 Stelle non ha nessun esponente nel consiglio comunale di Rimini, non avendo partecipato alle ultime elezioni. Ma domani i grillini saranno presenti alla seduta dell’assemblea cittadina in programma alle 18.45 per votare sull’aumento dell’addizionale Irpef, capeggiati dal senatore Marco Croatti.

Il senatore manifesterà il proprio dissenso presenziando al Consiglio Comunale di giovedì insieme agli attivisti del meetup Grillipensanti. “L’invito a partecipare – si legge nella nota del senatore – è naturalmente rivolto anche ai cittadini di Rimini e alle associazioni che in queste ore hanno con forza manifestato la loro contrarietà”.

“Il Sindaco di Rimini e la sua Giunta hanno deciso di mettere mano al portafoglio dei lavoratori e dei pensionati riminesi per fare cassa, ufficialmente per consentire la riqualificazione di Rimini Nord, perché, come affermato dall’Assessore Brasini, non ci sarebbe certezza sul finanziamento del bando periferie. Noi riteniamo che falsità di questo genere non vadano più dette a cittadini. I finanziamenti arriveranno come promesso ed evidenziamo anche come sia prevista la possibilità di proroghe in caso di contrattempi che rallentino il cronoprogramma stabilito”. prosegue Croatti.

Il governo, dopo cancellato a luglio e aver reintrodotto  a ottobre il Bando delle Periferie (1,6 miliardi) a seguito della rivolta dei sindaci, ha infatti stabilito che i finanziamenti arriveranno però a rimborso di progettazioni e opere già eseguite; di qui la necessità dei comuni di anticipare questi costi. Mentre nella legge di bilancio dello stato per il 2019 sono previsti solo i rimborsi di spese già effettuate.

“Ancora una volta chi governa sceglie la via più facile rastrellando risorse da lavoratori e pensionati, coloro che coprono il 74% del gettito Irpef dei contribuenti a livello comunale. Noi crediamo che la strada da percorrere non sia l’aumento Irpef, ma una maggiore capacità gestionale e programmatica della cosa pubblica”, conclude Croatti.

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