“Agire sul livello di tassazione è un gesto doloroso a cui nessun amministratore vorrebbe ricorrere, per ovvi motivi”. Inizia così l’intervento di Alberto Vanni Lazzari, segretario PD della città di Rimini che prende posizione sull’aumento dell’addizionale IRPEF da parte della giunta Gnassi.
“Primo di tutti il mantenimento del livello di fiducia nel rapporto con i cittadini. Ma non si può prescindere dal considerare alcuni dati oggettivi: dal 2008 ad oggi, data dell’avvio della crisi, gli enti locali sono stati le principale “vittime” della spending review con un taglio dei trasferimenti erariali pari, per il Comune di Rimini, a 22 milioni di Euro: un’enormità a cui vanno aggiunti 5 milioni di tagli occulti come l’esenzione Imu-Tasi, di cui solo 1 milione per le piatattaforme Eni a cui aggiungere l’anticipo di 4,4, milioni per il funzionamento del Tribunale. Anticipo a perdere. Questo alcuni esempi – prosegue il segretario cittadino del Partito Democratico – evidenti dei segno meno che ha caratterizzato le entrate per il bilancio del Comune. Con mandanti, ad onor del vero, di entrambi i colori politici. Nonostante ciò, nel 2014 l’amministrazione di sinistra ha ampliato l’esenzione dell’addizionale Irpef a ben 17.000 euro. Ad oggi, queste operazioni , consentono al Comune di Rimini di vantare uno dei carichi fiscali per cittadino più basso a livello nazionale, pari a 449 euro, che colloca Rimini all’ultimo posto nella classifica regionale di questa antipatica classifica”.
“Oggi, – prosegue Vanni Lazzari – con la possibilità concessa dal governo del “contratto” di rimodulare le leve fiscali, l’amministrazione riminese di fronte all’incertezza concreta di entrate annunciate ma non ascrivibili nel bilancio, il riferimento va al tragico teatrino dei fondi per le periferie ostaggio di speculazioni politiche per minare amministrazioni non amiche, si trova nelle condizione di rivedere sia le soglie dei contribuenti che le aliquote. In linea con le realtà più vicine e simili alla nostra. Ripetiamo, scelta sofferta ma inevitabile per garantire la prosecuzione e l’avvio di opere e servizi fondamentali per la città, dalla riqualificazione della zona Nord all’edilizia scolastica, al mantenimento e sviluppo di politiche sociale e culturali. Azioni che sarebbero garantite da un’autonomia finanziaria locale pienamente ripristinata da abbinare al forte recupero dell’evasione già in corso. Come Partito Democratico riteniamo primario garantire un equilibrio tra queste azioni del governo cittadino e lo sforzo fiscale richiesto ai contribuenti valutando tutte le opzioni possibili nel nome dell’equità fiscale, a cominciare dall’ampliamento della soglia di esenzione. Altrettanto, questo equilibrio, potrà essere consolidato e garantito se esso sarà la sintesi di un processo di confronto con le parti sociali espressione dei cittadini. Ovviamente – conclude il segretario Vanni Lazzari – con uno spirito reciproco di collaborazione. Senza pregiudiziali e strumentalizzazioni. Ascolto, confronto, sintesi per rafforzare quel patto di fiducia che ha consentito all’amministrazione Gnassi e al Partito Democratico quale forza di maggioranza, di proseguire il proprio mandato con un risultato elettorale netto. Concludiamo citando il monito espresso ieri dal Presidente Mattarella per il quale, “rappresentanze sociali e corpi intermedi sono realtà in cui i cittadini si riconoscono”, ascoltare loro significa ascoltare gli italiani. La realtà cambia, è cambiata notevolmente per cui occorre trovare nuove modulazioni, nuove articolazioni e strutturazioni delle rappresentanze sociali. Ma va rivalutato in pieno il ruolo delle associazioni che riuniscono i cittadini, siano essi lavoratori, datori di lavoro o portatori di diversi interessi come quelli del Terzo settore”.
Alberto Vanni Lazzari, segretario PD città di Rimini