A Verucchio venerdì 11 novembre alle ore 21,00 presso l’auditorium delle scuole elementari “G. Rodari” si terrà un’iniziativa pubblica organizzata dal locale Circolo del Partito Democratico dal titolo “Vaccini: tra scelta individuale e responsabilità collettiva”.
Interverranno come relatori:
- Il dott. Roberto Burioni, Professore Ordinario di Microbiologia e Virologia, Dottore di Ricerca in Scienze Microbiologiche e Specialista in Immunologia Clinica ed Allergologia, autore del libro “Il vaccino non è un’opinione”
- Paolo Zoffoli, Consigliere Regionale, Presidente della Commissione Sanità dell’Assemblea legislativa della Regione Emilia Romagna.
Il presidente Mattarella si è espresso recentemente sulle vaccinazioni e sono state parole importanti: “Occorre contrastare con decisione gravi involuzioni, come accade, quando vengono messe in discussione, sulla base di sconsiderate affermazioni, prive di fondamento, vaccinazioni essenziali per estirpare malattie pericolose e per evitare il ritorno di altre, debellate negli anni passati” e si è schierato contro chi promuove “notizie infondate o campagne di indicazioni sbagliate che possono provocare comportamenti gravi”.
Dopo la decisione della Giunta regionale di introdurre l’obbligo della vaccinazione per i bambini che frequenteranno l’asilo nido si è aperto un dibattito aspro che ha coinvolto alcune forze politiche pro (Partito Democratico) e contro (Movimento Cinque Stelle) fino a coinvolgere i cittadini e che è sfociato in accesi dibattiti sui social network dove spesso le persone riescono a dare il peggio di se.
Grazie ad internet possiamo accedere ad una miriade di informazioni che però vanno utilizzate con estrema cautela. Attraverso una formazione “fai da te” navigando in rete, facendo “taglia, copia e incolla” di tutto quello che passano i motori di ricerca si finisce per sapere un po’ di tutto ma non avere conoscenza concreta di nulla.
Io, che medico non sono, non ho verità assolute sull’argomento ma, oltre ad essere genitore, ho scelto di essere Amministratore e so benissimo che il ruolo di chi amministra non è quello di cercare il “massimo comune divisore” tra le persone (e lo scontro) ma il “minimo comune multiplo” (ciò che ci unisce e ci valorizza) per tenere insieme una comunità e proteggerla dalle tendenze individualistiche, egoistiche e di parte.
E’ legittimo e doveroso che ogni cittadino abbia una propria posizione, ma occorre che ciò avvenga nel rispetto delle posizioni altrui ed è necessario dividere i diversi livelli di discussione e di responsabilità.
Da un lato c’è il cittadino con le proprie libertà fondamentali e diritti soggettivi e dall’altro ci sono le Istituzioni e chi amministra, che devono tenere conto di un quadro di insieme e devono avere uno sguardo a 360 gradi. Le Istituzioni e quindi la Politica hanno il compito di regolare e mediare tra le diverse necessità e tra le libertà individuali per perseguire l’interesse collettivo. Ognuno può esercitare il proprio diritto soggettivo a patto che l’esercizio di tale diritto non cagioni un danno al prossimo o al resto della comunità.
Qui entra in gioco la “Responsabilità collettiva” ovvero avere a cuore l’interesse della collettività e tutelare principalmente i più deboli.
I veri protagonisti della nostra cara democrazia, dello nostro stare insieme in maniera civile (piaccia o non piaccia) sono le leggi, le norme positive o più banalmente le regole.
Con le regole dobbiamo confrontarci sempre. Le regole generano nel tempo altre regole, più moderne che si sostituiscono ad esse. Le regole le cambiamo in continuazione per adeguarle a realtà sempre nuove ed in movimento. Però dobbiamo accettare che delle regole non si può fare a meno, se vogliamo stare bene come comunità.
Diceva Montesquieu; “La libertà è il diritto di fare tutto ciò che le leggi permettono” ed ancora Thomas Hobbes “Il cittadino ha la piena libertà di fare tutto quello che non è vietato dalla norma positiva”.
Ciò che oggi crea un senso di smarrimento nel nostro Paese non è la violazione delle leggi, che è sempre esistita, bensì la crescente indifferenza nei confronti delle leggi stesse.
“Se il tasso di vaccinazioni scende sotto il 95% – ha detto il presidente della regione Emilia Romagna Stefano Bonaccini – i bambini che non possono vaccinarsi per immunodeficienza o patologie rischiano di contrarre malattie debellate da decenni. Non a caso, i primi a far vaccinare i propri bambini sono i genitori che provengono dai Paesi in cui queste malattie esistono ancora”.
Se dopo il disegno di legge della Giunta Regionale, l’Assemblea legislativa voterà a favore, la Regione introdurrà l’obbligatorietà delle vaccinazioni per gli iscritti agli asili nido a tutela i bambini più deboli. Ci sarà si una limitazione della libertà dei singoli genitori, ma sarà fatto per quel minimo comune moltiplicatore di cui scrivevo sopra e che si può tradurre in questo caso con la tutela dei più deboli.
Non c’è obbligo di iscrizione all’asilo nido, non rientra nel diritto allo studio. L’iscrizione è su base volontaria e volontaria è la comunità e la regola prevalente è quella della tutela della salute pubblica, soprattutto dei più deboli.
La prevenzione delle malattie infettive costituisce uno dei principali obiettivi della Sanità Pubblica. Le vaccinazioni rappresentano una delle scoperte fondamentali della medicina. Con esse sono stati debellati o sensibilmente ridotti molti virus, batteri e malattie. Le vaccinazioni però sono “vittime del loro successo”. Meno frequenti sono le patologie, minore è la percezione dell’importanza dei vaccini.
Alex Urbinati