Riceviamo una nota di Alfredo Monterumisi, ambasciatore delle “Città del Vino d’Europa”, in merito all’uscita del Comune di Santarcangelo dall’associazione:
“Alcuni Sindaci credono di poter risolvere i problemi infrangendo furbescamente le regole che dovrebbero far rispettare. Prendiamo l’esempio di Santarcangelo di Romagna. Per anni ha goduto di visibilità turistica per merito dell’Associazione Nazionale Città del Vino, un organismo governato da Sindaci e riconosciuto ufficialmente dallo Stato Italiano e dalla Comunità Europea.
L’obiettivo dell’Associazione è quello di aiutare i Comuni a sviluppare intorno al vino, ai prodotti locali ed enogastronomici, tutte quelle attività e quei progetti che permettono una migliore qualità della vita, uno sviluppo sostenibile, più opportunità di lavoro. Un esempio concreto è l’impegno per lo sviluppo del turismo del vino, che coniuga qualità dei paesaggi e ambienti ben conservati, qualità del vino e dei prodotti tipici, qualità dell’offerta diffusa nel territorio ad opera delle cantine e degli operatori del settore.
In provincia di Rimini furono sei le località scelte strategicamente per formare una “rete” che indicava un “terroire” alla francese. La rete veniva segnalata con un itinerario storico enogastronomico utilizzando le aziende vitivinicole in grado di ospitare le persone in cantina per narrare il ciclo del vino, la storia dell’azienda e del territorio in cui opera, le nuove osterie, le moderne enoteche, particolari ristoranti, botteghe tipiche del territorio. Si creava un prodotto turistico destagionalizzante per favorire l’ospitalità alberghiera degli hotel aperti tutto l’anno.
Nell’entroterra iniziarono ad aprire caratteristici hotel a quattro stelle a Poggio Berni, a Santarcangelo e a Verucchio. Inoltre stavano aprendo degli agriturismo con l’ospitalità ricettiva. Si stavano verificando le condizioni per organizzare un moderno “Distretto Turistico Integrato” targato Romagna.
Per dare visibilità alla nuova D.O.C. “Colli di Rimini” il marchio commerciale gli venne affiancato il logo “I Felliniani”, ispirato dai film del grande regista. Tale operazione ricopriva il ruolo culturale, una intelligente iniziativa pensata per valorizzare i vini e il territorio della provincia di Rimini. Come calamita turistica storica enogastronomica nel 2000 fu scelto il Borgo Medioevale di Santarcangelo presentato come “Enopolis e le Grotte di Giove”, un Centro Tematico di Servizio per l’intero territorio della Romagna, una sorta di cittadella sul vino e sul cibo.
Dalla Rocca Malatestiana partiva la pedecollinare “Strada Romagna”, un itinerario turistico panoramico storico enogastronomico, che attraversava i territori delle “Città del Vino delle Terre Malatestiane”, le quali avevano la funzione di “Località Locomotiva” per trainare verso un processo di notorietà tutto l’entroterra e la Romagna.
Le Città del Vino venivano collegate con le “Città Calamita” turistiche della costa: Santarcangelo con Bellaria Igea Marina, Verucchio con Rimini il capoluogo, Coriano con Riccione, San Clemente con Misano Adriatico, San Giovanni in Marignano con Cattolica. Un sistema a “rete” stradale che collegava la parte nord con quella sud della provincia di Rimini e faceva da anello di congiunzione con il resto della Romagna, con le Marche e la Toscana.
La sperimentazione fu eseguita in collaborazione con il Master in Gestione e Sviluppo dei Servizi Turistici dell’Università di Bologna Campus di Rimini.
Il materiale didattico fu utilizzato per stampare due libri illustrati di grande formato consultabili in tutto il mondo sulla piattaforma internet della libreria di Google e Amazon. Un moderno sistema di comunicazione turistica al servizio dell’Industria dell’Ospitalità della Romagna.
Nonostante tutto questo lavoro, l’attuale Sindaco di Rimini non ha mai voluto incontrare il Direttore Generale delle Città del Vino. Come ringraziamento ha disdettato la partecipazione di Rimini a tale Associazione. Tale scelta ha influenzato gli altri Sindaci della provincia, per ultimo Santarcangelo. La Sindaca di Verucchio da due anni organizza “Calici di Stelle” utilizzando una furbata all’italiana. Ha sostituito la “di”, una proposizione semplice, con una “e”, congiunzione e il marchio è diventato “Calici e Stelle”.
L’Associazione Nazionale Città del Vino sul marchio “Calici di Stelle” ha investito centinaia di migliaia di euro per dare visibilità ai vini di Romagna.
Il Sindaco di Rimini viene considerato un amministratore pubblico del “fare”, ma sa anche “disfare” ciò che i suoi predecessori sono riusciti a realizzare a vantaggio della Comunità, come sta avvenendo a Santarcangelo con “Calici di Stelle”.
Se si vuole rilanciare la manifestazione in maniera autonoma, si dovrà cambiare “format” e “marchio” per non entrare in causa con l’Associazione Nazionale Città del Vino. L’interlocutore dell’Associazione sono le Amministrazioni Comunali e non le Proloco o le Associazioni generiche come “Città viva”.