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Jacopo Cavagna: “Io Alfiere della Repubblica? Tanti come me e ci dovrete ascoltare”

“Quando mi guardo intorno e vedo qualcosa che non va mi chiedo: io cosa posso fare?”. Una domanda che Jacopo Cavagna si è posto già quando aveva 5 anni. Si era appena trasferito a Rimini e aveva notato che la raccolta differenziata da queste parti non era ancora proprio ai livelli della provincia di Belluno, dove era nato nel 2002. Jacopo chiede pertanto di poter parlare con il sindaco Ravaioli. “Mi pare mi abbia poi risposto con una lettera”, sorride lui adesso al ricordo. Ma quello era solo l’inizio. Da allora non ha smesso di farsi domande e di cercare risposte. Fino a oggi, quando il Presidente Sergio Mattarella lo ha nominato Alfiere della Repubblica Italiana. Il suo riconoscimento, insieme ad altri 28, sarà conferito il 13 marzo in Quirinale.

“Fin da piccolo, quando vedeva che qualche cittadino non rispettava semplici norme di comportamento, dalle strisce pedonali alla raccolta differenziata, ne parlava con noi, esprimendo il suo disappunto – spiega  Sabrina Deseri, la mamma di Jacopo, alle agenzie e ai giornalisti che la tempestano di telefonate – Ecco, ha avuto sempre un’attenzione verso la realtà circostante e il desiderio di vivere in un mondo più equo”. “Oggi siamo molto orgogliosi e felici per nostro figlio ma ancora increduli per una notizia giunta del tutto inaspettata”, aggiunge la signora Cavagna “Tutto ciò ci onora, non solo come genitori ma anche come cittadini”.

Jacopo Cavagna

Per quanto, lì per lì, il padre sia rimasto di sasso, come racconta lo stesso Jacopo: “Gli è arrivata questa telefonata dalla segreteria della Presidenza della Repubblica che l’ha, come dire, un po’ destabilizzato”. Anche se ufficiosamente qualcosa l’Unicef al ragazzo l’aveva detta, ma con l’obbligo di tenere il segreto.

Poi questa mattina Jacopo è stato chiamato fuori dalla sua classe, una terza del liceo classico “Giulio Cesare” di Rimini. “A dire la verità sul momento non pensavo a quello, mi son detto: ‘oddìo mi mandano dal preside, cosa avrò combinato’. Poi invece è stata ovviamente una gioia grandissima anche per tutta la classe”.

Jacopo Cavagna insiste molto sul fatto che Alfiere della Repubblica non è diventato lui come singola persona: “Il riconoscimento è per il lavoro che è stato fatto insieme ad altri. E quindi il riconoscimento è per tutti. Per me adesso arrivano l’onore e l’onere di rappresentare questa grande famiglia”.

“Con l’Unicef – racconta ancora – è iniziato tutto nel 2015, quando ho saputo che a Rimini non esisteva più un suo comitato. E allora ho detto ai miei amici: perché non la riapriamo noi? E così, coinvolgendo sempre più persone, abbiamo fatto qualcosa”.

Qualcosa che non ha significato solo ricostruire ‘Younicef – Young for Unicef’ a Rimini, ma raccogliere fondi, costruire progetti come ‘L’Officina del futuro dei giovani’: “Ero rimasto colpito da quanti succedeva in Siria. Bambini vittime della guerra e bambini usati in guerra perfino per combattere. E bambini rimasti soli che cercavano scampo anche da noi, con tanti che non ce l’hanno fatta. Ma i diritti dei più piccoli sono i diritti stessi dell’umanità. Noi continueremo a proclamarlo e ci dovranno ascoltare”.

Jacopo e i suoi amici si impegnano a fondo per i minori migranti non accompagnati, iniziando dal mondo che conoscono bene, il web: “Abbiamo ottenuto grandi risultati con i social, che usiamo molto intensamente. Allo stesso tempo, dentro i social lottiamo contro tutte le storture che  essi stessi contengono: la violenza verbale, il bullismo, le falsità”.

A Rimini il gruppo di Jacopo ha schierato Unicef  a fianco della campagna “Basta plastica in mare“. Ma la loro voce è arrivata anche al parlamento europeo di Strasburgo, dove sono stati ricevuti dal presidente Tajani: “Un’emozione indimenticabile poter parlare a tutta l’Europa insieme a tanti che condividono le tue battaglie”.

Battaglie che naturalmente non sono finite qui: “Personalmente condivido del tutto la lotta di Greta Thunberg per la salvezza del pianeta, per fare qualcosa contro i cambiamenti del clima provocati dall’uomo. Può darsi che faremo qualcosa anche qui a Rimini nei prossimi giorni”.

Stefano Cicchetti

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