Oltre a La Paranza dei Bambini, per questa settimana Chiamamicittà.it consiglia Il Corriere – The Mule di Clint Eastwood, che verrà proiettato al Cinema Fulgor di Rimini alle ore 16:30, 18:00 e 21:00.
Giunto ormai alla soglia degli 89 anni con alle spalle, oltre alla carriera di attore, una quarantina di regie, Clint Eastwood torna al suo cinema più autentico e lo fa in grande stile, a differenza della sua ultima e deludente pellicola Ore 15:17 – Attacco al treno (2018). Esattamente dopo 10 anni, il regista statunitense torna a recitare in un suo film come nel capolavoro Gran Torino del 2008, sceneggiato non a caso sempre dallo stesso Nick Schenk che ha collaborato anche a The Mule.
Perfettamente coerente con l’intera poetica del regista, Il corriere – The Mule ha quasi una valenza testamentaria per i temi profondi che si prefigge di trattare, racchiudendo il rispetto per la legge, l’etica della responsabilità e l’attaccamento ai propri cari con un sorriso dolce e delicatissimo, che di certo non verrà rovinato dall’irriconoscenza dell’Academy (che non gli ha riservato nenache una Nomination), date le numerose statuette già portate a casa da Eastwood.
Il corriere – The Mule potremmo dire sia una sorta di moderno viaggio western – proprio come quelli che l’hanno reso famoso – nella provincia americana contemporanea, con le auto al posto dei cavalli e vecchie sale da ballo al posto dei saloon, declinato nell’attualissima e fortunata chiave inaugurata dalla serie televisiva Breaking Bad.
Ispirato alla vera storia di Leo Sharp, Earl Stone (Clint Eastwood) è un reduce della Guerra di Corea e floricoltore di professione costretto a cessare la sua attività, divenuta ormai poco redditizia, ritrovandosi in una pessima situazione economica.
Quando gli viene proposto di diventare un “corriere” per conto di un cartello messicano (l’antagonista per eccellenza nell’immaginario statunitense), accetta l’incarico con la speranza di tornare a una vita dignitosa (proprio come il Walter White di Breaking Bad) e riallacciare i rapporti con la sua famiglia, troppo trascurata nel corso degli anni. Criminalità organizzata e Famiglia, ancora una volta, sono dunque i due fuochi attorno i quali si svolge l’intera vicenda.
Se non fosse che, come appunto nella serie ideata da Vince Gilligan, l’agente della DEA Colin Bates (Bradley Cooper) inizia a indagare mettendosi sulle sue tracce…
Clint Eastwood veste i panni di un vecchio che sconcerta, che destabilizza l’immaginario comune legato al crimine e alla droga, sconvolgendo qualsiasi convenzione generazionale, proprio come, ancora una volta, Bryan Cransten in Breaking Bad. E lo fa non solo in chiave criminale, ma anche circondandosi continuamente di belle e giovani donne, con le quali non fa altro che ballare, ballare e ballare: la macchina da presa, infatti, non entra mai nei momenti più intimi, lasciandoci col dubbio riguardo al fatto che il vecchio abbia o meno avuto un rapporto sessuale.
Come Pasolini fece dire a Orson Welles riguardo Federico Fellini nel cortometraggio La Ricotta, in questo film – riferendoci a Eastwood – potremmo dire che, come in un dolcissimo epitaffio:
«Egli danza, egli danza».
Edoardo Bassetti