In questi giorni Chiamamicitta.it ha avuto il piacere di ospitare alcuni studenti impegnati in un progetto di alternanza scuola-lavoro. Li abbiamo subito messi alla prova e questo è il loro primo articolo.
“Fate il Nostro Gioco”: dal 19 Gennaio al 17 Febbraio al museo di Rimini c’è una mostra che svela le vere regole del gioco d’azzardo. E cioè quelle che dipendono dalla matematica e dai meccanismi psicologici della ludopatia.
Nata da una società di divulgazione scientifica torinese, Taxi 1729, “Fate il Nostro Gioco” è una vera e propria dimostrazione interattiva per capire tutti i segreti e le verità che si nascondono dietro al business del gioco d’azzardo. Il progetto nasce nel 2009 ed è cresciuto nel tempo: prima mostra e laboratorio, diventando poi un libro nel 2016.
La mostra superenalotto
La visita guidata, suddivisa in tre sale, ognuna adibita ad un particolare scopo, si tiene all’interno del Museo di Rimini. E così accanto ai reperti artistici hanno fatto irruzione roulette, slot-machine e tavoli verdi.
Il centro della mostra è sicuramente la seconda sala: dopo i tre giochi di probabilità della prima, si approda al grande casinò di “Fate il Nostro Gioco”. Professionali tavoli da black jack, poker e una maestosa roulette francese occupano lo spazio nella sua totalità.
Questo passaggio in particolare va ad analizzare l’aspetto del gioco d’azzardo da non sottovalutare mai: il lungo periodo. E’ evidente infatti che chi ci guadagnerà sarà sempre il banco, che sa addirittura quanto guadagnerà anche a grandi scadenze. Secondo un calcolo probabilistico, il giocatore, che è “programmato” per ragionare invece sul breve periodo, è sempre destinato a perdere.
Dopo aver analizzato vari casi attraverso un simulatore, è possibile notare di quanto varino le percentuali di vittoria o di sconfitta con l’aumentare delle giocate: superati i mille tentativi, i dati statistici confermano che solamente un giocatore su 400 può avere un bilancio positivo. Secondo la matematica, è impossibile che il lungo periodo porti ad un guadagno.
La psicologia umana nel gioco d’azzardo
Pur sapendo che non è possibile ottenere guadagno dal gioco d’azzardo, perché l’uomo continua a scommettere?
E’ qui che entra in gioco forse la arma più forte del gioco d’azzardo, la vincita. Se da un lato può sembrare l’unico lato positivo di questo mondo, in realtà è la vera e propria trappola che invoglia tutti noi a tentare la sorte.
I meccanismi che si vengono a formare all’interno della mente umana sono del tutto irrazionali ed emotivi, tanto da trasformare il gioco d’azzardo in una vera e propria patologia psicologica: la ludopatia.
Tante sono le motivazioni che possono portare ad una vera dipendenza dal gioco, quasi tutte prodotto dalla mente umana. E le macchine dell’azzardo lo sanno benissimo.
Le slot-machine, come i gratta e vinci, sono veri e propri ordigni calibrati per sfruttare ogni debolezza del giocatore, fino a condurlo alla rovina e alla malattia. Sono congegni studiati in ogni minimo dettaglio fino all’ultimo centimetro, così come l’ambiente in cui sono collocate: luoghi cupi e impersonali, ma con luci brillanti e suoni che non consentono distrazioni dal gioco. Banditi gli orologi, così da togliere ogni percezione del tempo e della realtà. Il risultato è una vera e propria situazione di alienazione che non consente al soggetto di valutare correttamente cosa sta facendo. A questo si aggiungono molti altri meccanismi appositamente pensati per creare dipendenza. Primo fra tutti la cosiddetta smaterializzazione del denaro, atta a diminuire la percezione con la realtà, o il “near miss” (mancato incidente) ovvero far perdere il giocatore ma di poco per invogliarlo a rifarsi.
Si tratta di meccanismi basati sulle nostre irrazionalità dell’uomo, come il voler riprovare qualcosa quando ci si va molto vicini (near miss, appunto), oppure “l’estetica del caso”, un pensiero infondato ma intrinseco nella mente dell’uomo che lo porta a credere che il caso segua un andamento preciso.
Dati impressionanti
Ma il fatto che più colpisce è come con il tempo aumenti l’affluenza di giocatori e di soldi “gettati in fumo”.
In Italia nel 2017 sono stati spesi circa 102 miliardi di euro in gioco d’azzardo, di cui 19 miliardi sono i proventi ottenuti dall’Agenzia Dogane e Monopoli di Stato, un profitto enorme.
In compenso, “ 47% giocatori sociali (senza rischio), 21% giocatori in rischio, 32% giocatori problematici”: queste sono le percentuali che fotografano lo stato dei giocatori d’azzardo in Italia.
Impressionanti sono anche i numeri che riguardano i giocatori di slot-machine. Secondo i dati ASTERIG (Assessment Tool to Measure and Evaluate the Risk Potential of Gambling Products) è questa a macchina che provoca più dipendenza e quindi la rovina di molte esistenze.
Edo Zanotti Giovanni Micharikopoulos (Liceo classico Giulio Cesare -Manara Valgimigli, IV D)