«Il bene comune, si sa, non ha confini ne bandiere, ma la disponibilità che la comunità Argentina di Rimini ha dato per accogliere eventuali profughi che abbiano bisogno di aiuto, è di quelle che colpisce diritto al cuore»: è il commento di Mattia Morolli, assessore ai servizi educativi e rapporti con il territorio del Comune di Rimini, alla «bella notizia di inizio anno che mi arriva da Mariano Russo, il responsabile dell’Associazione riminese Argentina per il mondo, con sede a Torre Pedrera, attiva da anni in progetti di accoglienza e solidarietà per gli argentini di origine italiana di ritorno nel nostro paese, in seguito alle crisi del paese latino americano. In quasi venti anni, prima grazie all’impegno personale di Mariano, e poi con il supporto dell’Associazione, sono stati tanti gli Argentini accolti, inseriti e accompagnati anche nei percorsi amministrativi per il riconoscimento della loro cittadinanza italiana».
«“Noi Argentini” mi ha detto Mariano, “nel momento del bisogno, abbiamo ricevuto tanto dall’Italia e anche da Rimini, vorremmo ricambiare tutto questo aiutando donne e bambini che scappano da povertà e guerre ma che, a differenza nostra, non possono contare sull’aiuto di connazionali o semplicemente su rapporti di conoscenza e contatti in Italia”… “è anche un modo che abbiamo tutti noi per ricambiare l’accettazione e il riconoscimento nella società”».
«Una storia che, nel clima sociale di odio, razzismo e diffidenza che sembra permeare oggi la nostra società, illumina e riempie di gioia e speranza. Questa è l’Italia che lontano dai riflettori dimostra di essere diversa da quella che qualcuno, anche con importanti ruoli nazionali, vuole invece fomentare soffiando sul fuoco della frustrazione e del rancore sociale».
«Nel raccogliere questa preziosa disponibilità, voglio approfittare per ringraziare Mariano, la comunità Argentina di Rimini, e tutti coloro che ogni giorno lottano, lavorano e si adoperano per accogliere chi è più in difficoltà, senza guardare al loro colore o paese di provenienza, ma solo al bene comune di cui danno, fuori da ogni retorica, concreto esempio e applicazione», conclude Morolli.