Serena Galassi e Giada Buldrini, hanno scelto nel 2012 di recarsi in Spagna per praticare la fecondazione eterologa usufruendo, in un centro specializzato, del seme di un donatore. Giada ha donato gli ovuli che, una volta fecondati, sono stati impiantati nell’utero di Serena: quest’ultima, nel 2013, ha dato alla luce i due gemelli. Per l’anagrafe di Riccione è solo Serena la mamma e non Giada che pure è coinvolta nella nascita.
Ora i due gemelli hanno cinque anni e Serena e Giada si sono rivolte all’anagrafe del Comune di Riccione per registrare anche la seconda mamma con la procedura di filiazione fuori dal matrimonio. Una richiesta successiva alla dichiarazione di nascita.
La richiesta è stata respinta dal Comune di Riccione. Il sindaco Renata Tosi, senza tanti giri di parole, ha detto che la richiesta non è accettabile in quanto la legge non prevede due madri.
Contro il diniego del Comune di Riccione le due donne hanno fatto ricorso presso il Tribunale di Rimini tramite l’avvocato Katia Buldrini che fa notare che la “Costituzione non vieta alle coppie gay di avere figli, il non ottenere il riconoscimento dell’altra madre andrebbe a discapito totale dell’interesse dei minori che è superiore a tutto. Così si rischia di privare due bambini della loro identità, del loro patrimonio genetico e anche di escluderli dall’asse di successione della loro madre biologica”.