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Rimini: rifugiati ancora coi Ci.vi.vo, Lisi: “30 su 38 già avviati al lavoro”

Occuparsi di piccole manutenzioni, del decoro urbano, di organizzare e allestire iniziative di aggregazione per la collettività allo scopo di rendersi utili ma soprattutto per farsi conoscere ed entrare in relazione con la comunità: è questo lo spirito che muove il progetto promosso dall’Amministrazione Comunale per il coinvolgimento dei richiedenti asilo accolti a Rimini nelle attività dei Civivo, i comitati di volontariato civico distribuiti su tutto il territorio. Un’esperienza avviata già un paio di anni fa con ottimi risultati e che si è scelto di portare avanti, rinnovando anche per il 2019 la convenzione con le Cooperative e le associazioni che operano nell’accoglienza di soggetti stranieri richiedenti protezione internazionale.

Sono state oltre una trentina le persone con status di rifugiato o richiedente protezione internazionale coinvolte nelle attività dei vari gruppi Civivo, la rete che ad oggi conta ben 69 gruppi attivi per circa un migliaio di volontari. Una collaborazione – sia nella manutenzione e nella pulizia degli spazi pubblici, sia nella promozione di attività di aggregazione e socializzazione – che si è rivelata utile sia ai richiedenti asilo, che hanno avuto un’opportunità in più per integrarsi, “sia per la città – sottolinea il vicesindaco Gloria Lisinon solo perché questi ragazzi hanno supportato l’attività dei volontari, ma perché si sono create occasioni di condivisione, conoscenza e apertura, parole che invece che avvicinare oggigiorno spaventano”.

“L’esperienza di collaborazione con i gruppi Civivo – prosegue la Lisi – si integra perfettamente con il percorso portato avanti finora dallo Sprar, il Sistema di Protezione per Richiedenti Asilo e Rifugiati, uno dei pochi progetti che, nel corso di questi anni complicati sul fronte della gestione del fenomeno migratorio del Paese, è stato capace di dare una risposta concreta, garantendo un’accoglienza diffusa e reale ed una effettiva integrazione grazie allo studio della lingua italiana, ai tirocini e ai periodi di lavori socialmente utili”.

“Ricordo che dei 38 maggiorenni inseriti nel progetto Sprar del Comune di Rimini, ben 30 hanno potuto avviare un percorso lavorativo, in aziende o nel settore dei servizi, bar e ristoranti. Una strada per l’autonomia individuale e che soprattutto consente di costruire una rete di relazioni con la comunità accogliente. Inutile dire che sapere che quanto di buono costruito nei territori in questi anni sia destinato a sparire per tagli drastici imposti dall’alto lascia perplessi e amareggiati. Comprendo, capisco e condivido le istituzioni che stanno portando avanti disobbedienza civile su queste misure”. conclude la vicesindaco.

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