Picchiati, minacciati e lasciati senza medicinali nell’ospizio lager di Mondaino, la casa protetta “La Collina”, la cui titolare è stata arrestata e indagata per maltrattamenti e abbandono di incapaci, così come cinque dipendenti, infermieri e operatori socio sanitari sottoposti a misure cautelari. Ad ascoltare il racconto fatto dagli inquirenti si scoprono dettagli inquietanti, particolari raccapriccianti su quanto è accaduto per lungo tempo nel centro per gli anziani dell’entroterra riminese.
Basta pensate ai numerosie frequenti accessi al Pronto Soccorso degli Ospedali di Riccione e Rimini di pazienti ospiti della residenza per anziani, c da gennaio 2017 e sino a luglio 2018. ea oltre 50 accessi al Pronto Soccorso per sospette “cadute accidentali”, le quali, in alcuni casi, hanno comportato lesioni personali gravi con prognosi giudicate guaribili in oltre 60 giorni;
Stando a quanto documentato dai Carabinieri del Nas di Bologna gli anziani versavano in situazione di totale abbandono con un conseguente sviluppo ed aggravamento delle piaghe da decubito. Almeno 6 pazienti presentavano ferite di questa tipologia in uno stadio avanzato. Per quanto riguarda i farmaci somministrati ai degenti, molti dei quali non autosufficienti è stata riscontratapresenza di medicinali e dispositivi medici scaduti di validità – alcuni dei quali cosidetta “salvavita” – custoditi nei carrelli dei farmaci e nei relativi armadi-frigoriferi, a base di insulina per il trattamento del diabete antidepressivi, impiegati nei trattamenti farmacologici in favore dei pazienti psichiatrici. I dispositivi sono stati sottoposti a sequestro penale e sottratti alla disponibilità del personale sanitario della struttura. Inoltre alle vittime venivano spesso negati i pasti e gli stessi medicinali che avrebbero dovuto lenire le loro sofferenze.
Particolari inquietanti emergono anche dalle intercettazioni telefoniche raccolte dai Carabinieri. <…… Quella volta che ha dato i calci nelle palle a Filippo c’eri anche tu!> , ha esclamato un operatore riferendosi ad un aggressione subita da un sessantatrenne ospite della struttura. < … Se suoni ti spezzo le gambe eh!…chi ha suonato nella tua stanza? tu?>, ha inveito un infermiere nei confronti di un altro degente, questa volta sessantacinquenne. Particolare quello delle minacce, riscontrato in una seconda occasione. A parlare è sempre un infermiere, nei confronti di una delle vittime <…… quando hai finito di rompere …. anche tu…se sento suonare uno nella tua stanza vedi eh! ti spacco il campanello e te lo ficco nella gola
Nella struttura, fatto non meno importante, si è scoperto che animatori e animatrici svolgevano ruoli che avrebbero dovuto essere appannaggio di operatori sanitari e infermieri.